Tempi duri per i lombardi: non solo il picco epidemico di Covid, ma neppure il Pm10 dà tregua, complici queste giornate con temperature non propriamente di stagione. Altro che giorni della merla, qua e là in città e nell’hinterland si vedono le prime fioriture anticipate. "Uno stato di crisi ambientale – è l’allarme lanciato da Legambiente – che senza soluzione di continuità affligge i capoluoghi di Milano, Cremona e Monza dall’8 gennaio, e che progressivamente si è esteso al resto della pianura e nelle valli lombarde, dove ormai da oltre dieci giorni le concentrazioni di polveri sottili superano i 50 microgrammi per metro cubo, soglia massima tollerata dalle norme europee per gli episodi acuti di inquinamento". Numeri che peggiorano una situazione già compromessa. Secondo i dati Arpa nel 2021 si sono verificati 66 giorni di superamento della media giornaliera di 50 microgrammi di Pm10 a Cremona, 61 a Milano, 60 a Lodi, 59 a Brescia, 55 a Mantova, 53 a Pavia, 46 a Monza, 41 a Como, 39 a Bergamo, 19 a Lecco e Sondrio, 17 a Varese. Per Legambiente Lombardia, che denuncia "il silenzio assordante delle istituzioni regionali e comunali" ,ci sarebbero anche le condizioni per intervenire "eppure, secondo il macchinoso algoritmo sviluppato da Regione Lombardia per decidere l’entrata in vigore delle misure di limitazione del traffico e delle altre fonti di inquinamento, l’emergenza non c’è". Morale? "Si chiede ai cittadini di abbassare i termostati del riscaldamento domestico e di spegnere il motore in caso di sosta. Le misure di secondo livello, quelle che fermano i veicoli commerciali più inquinanti (i veicoli commerciali diesel Euro 4) e impongono una intensificazione delle attività di controllo, sono attive solo nelle province di Mantova e Pavia, non in quelle della popolosa fascia centrale della Lombardia, la più inquinata secondo i dati diligentemente divulgati ...
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