Tra Foggetta e Bruno spunta l’outsider Pagani

Sostenuta da “Città in comune”, è in lizza alle primarie del centrosinistra. Nella lista volti nuovi, una “leadership plurale” e una parola d’ordine: inclusione

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di Laura Lana

A sparigliare le carte in tavola ci ha pensato il gruppo "Città in comune" con la candidatura alle primarie di Mari Pagani, che trasforma in una competizione aperta una scelta che, fino a settimana scorsa, rischiava di restare un testa o croce tra Michele Foggetta e Alberto Bruno. Classe 1973, consigliera comunale del gruppo misto, uscita dal Pd oltre un anno fa, da sempre volontaria attiva di associazioni come l’Aned e Ventimila Leghe, Pagani è l’unica donna tra i candidati e non solo alle primarie del centrosinistra, che si svolgeranno il 3 aprile. "Abbiamo partecipato ai tavoli programmatici e dato il nostro contributo, come si fa in una coalizione.

Questo a partire da gennaio, dopo la nascita del gruppo - spiega Pagani -. Abbiamo atteso di capire se l’eventualità di una candidatura unitaria potesse avere un riscontro. Quando l’esito è stato negativo e sono state convocate le primarie vere e proprie, quindi pochi giorni fa, abbiamo ragionato sulle diverse opzioni e la mia candidatura è stata proposta dopo una discussione assembleare e condivisa". Un passo avanti su espressa richiesta, soprattutto dei più giovani del neonato gruppo che è nato a dicembre e che si è anche costituito in associazione culturale. La lista vede al suo interno volti nuovi e giovani, ma anche diversi esponenti della società civile sestese, dei sodalizi e anche un pezzo del mondo cattolico progressista: una comunità attiva che, in questi anni, ha continuato a lavorare nei suoi ambiti senza il bollino dei partiti tradizionali. Una "leadership plurale" quella interpretata da Pagani, come l’ha definita il gruppo, per dare "un’alternativa credibile e autorevole alle politiche di questa giunta leghista". L’inclusione è la prima parola attorno a cui gira la proposta di "Città in comune". "Vogliamo una Sesto in cui nessuno si trovi a camminare da solo e in cui si abbia sempre uno sguardo verso l’altro. Una città capace di dialogare con tutti e in cui le persone siano delle risorse che si prendono cura insieme dei luoghi che abitano".

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