Tra anziani con l’artrite e mummie bambine

L’ultima scoperta della Statale ad Assuan: una tomba con una trentina di corpi, passati ai raggi X. Nuovi indizi sulle malattie del tempo

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di Simona Ballatore

Due anni fa avevano portato alla luce una necropoli immensa, utilizzata per dieci secoli. La missione italo-egiziana continua, coordinata da Patrizia Piacentini, docente di Egittologia e Archeologia egiziana alla Statale di Milano, e da Abdelmanaem Said, direttore generale delle Antichità di Assuan e della Nubia. E continuano le sorprese, riemerse e passate ai raggi X. L’ultima scoperta, sempre ad Assuan, riguarda una tomba di famiglia molto grande, e finora sconosciuta: era nascosta da una struttura rettangolare che porta le tracce di un misterioso incendio. Una sorta di enorme discarica con ossa di montone, frammenti di ceramica, tavole di offerte e lastre inscritte in geroglifici ricopriva la parete est della struttura, la prima - di questo tipo - rinvenuta nella necropoli dell’Aga Khan.

Da maggio gli archeologi milanesi ed egiziani lavoravano fianco a fianco su quel fazzoletto di terra dorata, sulla sponda occidentale di Assuan, dove si trovano altre 300 tombe databili dal VI secolo a.C. al IV secolo d.C.

L’ultima scoperta è stata battezzata “AGH032“: risale al periodo Greco-Romano e - nonostante sia stata depredata in antichità - custodisce una trentina di mummie, alcune in perfetto stato di conservazione. In altri casi i ladri hanno lasciato il segno (e pure il coltello), rovistando e tagliuzzando il prezioso cartonnage, una sorta di cartapesta decorata che avvolgeva le mummie. Sono state analizzate, per ricostruirne la biografia, per aggiungere nuovi tasselli alla storia, indagando le malattie del tempo, i traumi, le cause della morte di bimbi, padri, madri, spesso seppelliti l’uno accanto all’altro. "Ci sono corpi di anziani - come dimostra l’artrosi visibile - donne o bambini piccoli. C’è pure un neonato", spiegano dalla missione che ha esplorato la tomba: una scala conduce a una sala centrale, sulla quale si affacciano quattro camere funerarie, scavate in profondità nella roccia.

Nella prima, di fronte all’ingresso, gli archeologi hanno trovato un sarcofago di terracotta, con la mummia di un bambino. Un altro fanciullo era deposto nella camera funeraria vicina: la radiografia ha svelato una placchetta sul petto.

L’Egyptian-Italian Mission at West Aswan ha condotto anche analisi antropologiche e radiologiche su 45 individui scoperti nel 2019 nella tomba AGH026 oltre ai 30 individui rinvenuti nel 2021 nella tomba AGH032.

"L’obiettivo era la valutazione dell’età, del sesso e di possibili malattie – spiegano –. Una macchina a raggi X portatile è stata

utilizzata direttamente sul sito". Nella tomba AGH026 il 30 per cento era formato da bambini, i più grandicelli avranno 10 anni. Molte le donne. Sono state trovate almeno tre famiglie: madre, padre e figlio, vicini anche nell’ultima dimora. "Le analisi delle ossa hanno evidenziato che alcuni di loro soffrivano di malattie infettive e alcuni disturbi metabolici – continuano dalla Statale –. Il femore di un adulto ha mostrato chiari segni di amputazione, cui la persona dovette sopravvivere dal momento che vi è l’evidenza di un callo osteoriparativo. Altri corpi presentano tracce di artrosi, segno di morte avvenuta in età avanzata". La ricerca è proseguita poco più in là: sarcofagi ben conservati, in pietra o argilla, databili dall’Età Tarda Faraonica all’Epoca Romana, sono stati riportati alla luce. Due erano di bambini, tre di adulti, sono stati raccolti e messi al sicuro.

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