ANDREAGIORGIO GIANNI
Cronaca

Torre dei Moro, i progetti al rush finale. "E ora mappare i siti a rischio"

Gli abitanti del grattacielo al Governo: senza prevenzione si rischiano tragedie In gara per la ricostruzione 4 archistar e un outsider. La scelta entro fine mese

Il 29 agosto dell'anno scorso il rogo in via Antonini

Milano - «Quanti sono gli edifici costruiti con materiali infiammabili? Perché non viene fatta una mappatura completa, per prevenire altri gravi incidenti?" Domande messe sul tavolo dagli abitanti della Torre dei Moro, il grattacielo di 16 piani andato a fuoco a Milano il 29 agosto 2021, senza per fortuna causare vittime ma lasciando senza un tetto 82 famiglie. Il comitato si sta muovendo per far approdare la questione a Roma, chiedendo un incontro con rappresentanti del nuovo Governo per un cambio di passo sulla sicurezza degli edifici, anche alla luce di quanto è emerso dalle indagini della Procura di Milano sull’utilizzo, per risparmiare sui costi, di pannelli non ignifughi sulla facciata “a vela“ del palazzo di via Antonini distrutto dal maxi-rogo.

"In tutti gli incontri che abbiamo avuto in questi mesi con politici e rappresentanti delle istituzioni abbiamo chiesto una mappatura milanese e nazionale degli edifici a rischio – spiega Mirko Berti, portavoce dei residenti – perché crediamo che, al di là del nostro caso, sia necessario uno sforzo ulteriore sulla prevenzione. Un appello che ora rivolgiamo anche al nuovo Governo". Una richiesta analoga è stata avanzata nei giorni scorsi anche dalla Uil Lombardia, con il segretario generale Enrico Vizza che ha scritto al procuratore di Milano Marcello Viola sollevando il problema: "Ci domandiamo cosa sarebbe successo se l’incendio si fosse sviluppato durante la fase del cantiere".

Lo spettro è quello della Grenfell Tower di Londra, andata a fuoco il 14 giugno 2017. Una trappola mortale per 72 persone, vittime di un rogo dalla dinamica simile a quello della Torre dei Moro. Il pm di Milano Marina Petruzzella, titolare dell’inchiesta sull’incendio di via Antonini, si è attivata per segnalare in questi mesi dove erano stati collocati quei pannelli prodotti dalla spagnola Alucoil, scoprendo che erano stati installati anche in edifici pubblici come l’ospedale Del Ponte di Varese.

Pannelli in Larson Pe, un materiale composto da due strati di alluminio con un nucleo di polietilene di classe E, cioè la penultima categoria della classificazione di reazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione. Rivestivano la facciata andata a fuoco in pochi minuti come un’enorme torcia: per fortuna la maggior parte degli abitanti, quella domenica, si trovava fuori casa. Il grattacielo verrà ricostruito, ma l’incognita è sui tempi. Anche se una prima fase sta per chiudersi. Entro fine mese, infatti, dovrebbe essere votato dai condomini il progetto definitivo in una gara fra quattro archistar che si sono fatte avanti per firmare la rinascita della Torre dei Moro e un outsider.

Ai primi tre progetti presentati da Stefano Boeri, Alfonso Femia e Alessandro Scandurra si è aggiunto nelle scorse settimane anche quello di Marco Piva, un altro nome di peso a livello internazionale. In corsa anche un “outsider“, lo studio fiorentino Pura Lab fondato da giovani progettisti. Il filo comune è quello del verde, simbolo di una nuova vita per l’edificio distrutto. "Nella migliore delle ipotesi i lavori potrebbero partire nella primavera del 2023 – conclude Mirko Berti – e per concluderli potrebbero essere necessari almeno 24 mesi. Per questo sarà importante accelerare sulle pratiche amministrative, superando eventuali intoppi".