Torre Moro, l’appello degli sfollati "Il Comune eroghi i contributi"

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"Auspichiamo che il Comune di Milano presenti al più presto le integrazioni necessarie alla sua delibera dello scorso 17 settembre affinché i contributi stanziati vengano effettivamente erogati alle famiglie e vengano attivate quelle deroghe che consentano alle otto soluzioni abitative proposte di essere effettivamente disponibili per i residenti di Antonini".

La richiesta arriva dal comitato di crisi messo in piedi dagli inquilini sfollati della Torre dei Moro, quella che andò a fuoco lo scorso 29 agosto. In questi giorni, tra l’altro, hanno anche ricevuto in visita una delegazione dei vigili del fuoco di Londra che, nel giugno del 2017, fu impegnata nel tragico incendio della Grenfell Tower di Londra.

"Ci auguriamo che dopo l’interesse attivo dimostrato dal sottosegretario Ivan Scalfarotto - continuano dal comitato - da parte del governo ci sia piena consapevolezza del problema relativo al quadro normativo e al protocollo d’intervento mancante per situazioni come le nostre". Nella speranza "che si proceda celermente a una mappatura degli edifici costruiti con questi pannelli e alla loro completa rimozione con l’obiettivo di evitare future tragedie", concludono.

Intanto, sul fronte delle indagini giudiziarie, risalgono ad un paio di settimane fa le nuove perquisizioni negli uffici della Aza Aghito Zambonini di Fiorenzuola, in provincia di Piacenza, e in una azienda di Osimo, in provincia di Ancona. Le operazioni di sequestro di ulteriori carte, eseguite dalla polizia giudiziaria e dalla Gdf, sono state disposte dal pm Marina Petruzzella che con l’aggiunto Tiziana Siciliano coordina le indagini per disastro colposo nelle quali da qualche giorno è salito il numero degli indagati, da tre ad almeno cinque persone. Si tratta di legali rappresentanti e responsabili delle società che in qualche modo hanno avuto a che fare con la produzione, lavorazione e posa dei pannelli che componevano la copertura a forma di vela risultata non essere ignifuga, bensì una sorta di “conduttore“ che in pochi minuti rese il rogo incontrollabile.

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