Torre Gioia 22: il grattacielo "super green"

Francesco Felice

Buonfantino*

Tra i grattacieli milanesi degni di nota per architettura, sostenibilità e innovazione non si può non far riferimento a Torre Gioia, oggi sede di Intesa San Paolo, edificio riqualificato in virtù della più ampia rigenerazione di tutto il quartiere Porta Nuova. Un primato rende Torre Gioia unica: è il primo grattacielo in Italia a rispondere alla Direttiva UE in tema di efficienza energetica. Il primo edificio di grande altezza ad emissioni zero. Prima di avviare l’opera, progettata dall’architetto Gregg Jones dello studio Pelli Clark & Partners di New York, è stata necessaria la bonifica di oltre 200 tonnellate di amianto presenti nella precedente struttura. Oggi l’edificio conta 30 piani, 120 metri di altezza, quasi 68.500 metri quadrati di superficie, 6mila metri quadrati di pannelli fotovoltaici che riducono di ¾ il fabbisogno energetico di tutte le torri di Porta Nuova e 2.260 unità di anidride carbonica in meno rispetto al precedente palazzo. Concretizzando, Torre Gioia 22 abbatte i consumi del 75% anche grazie a sistemi di riscaldamento e raffreddamento alimentati ad acqua di falda. Le facciate del grattacielo sono realizzate con pannelli in triplo vetro e il layout architettonico è davvero particolare: complessi giochi geometrici rendono una parte dell’edificio inclinata in verticale con un effetto dinamico e slanciato. Un edificio che non spicca per una spinta ricerca formale apparendo in linea con la tradizione dell’ormai superato “international style”, ma forse è proprio questa la sfida: occorre ancora progettare tenendo conto del “genius loci” o le città devono reinventarsi, soprattutto nelle loro periferie, cercando di individuare un linguaggio comune fondato sulla sostenibilità? È una domanda complessa alla quale occorre proporre un ragionamento articolato. Quello che appare ineludibile è che, sempre più, gli edifici devono essere costruiti seguendo i principi di sostenibilità energetica ma al contempo riteniamo che, nel realizzarli, non si possa rinunciare a perseguire una ricerca formale capace di dialogare con il territori e le popolazioni nei quali si andranno a realizzare. *Gnosis Progetti

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