L’abbraccio Milano - Londra. "Ora ricostruire la Torre dei Moro"

I superstiti della Grenfell Tower incontrano gli abitanti di via Antonini Nuovo sopralluogo dei vigili del fuoco, in Procura tecnici e costruttori

L'incontro

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"Tutto quello che rimane della mia casa è un piatto. Ma tra gli abitanti del grattacielo penso soprattutto ai 38 bambini e ragazzi e alle mamme. È difficile riprendersi dal disastro, però bisogna andare avanti". Mirko Berti è tra gli otto residenti della Torre dei Moro di via Antonini che hanno fondato un comitato per rapportarsi con le istituzioni. Il desiderio più grande? "Che le indagini - evidenzia Roberto Panetta, abitante e legale del gruppo - siano rapide e che il nostro palazzo sia riparato". Il commento arriva dopo l’incontro di ieri con alcuni dei sopravvissuti all’incendio della Grenfell Tower, che ha distrutto il grattacielo londinese la notte del 14 giugno del 2017 causando 72 morti. "Colpisce - aggiunge Panetta - che dopo 4 anni queste persone continuino a commuoversi vedendo i resti delle loro case. Noi speriamo invece di vedere tra 4 anni il nostro palazzo di nuovo "vivo": il ripristino deve andare di pari passo con le indagini, anche considerando che nel 2026 ci saranno le Olimpiadi a un chilometro da qui". Di sicuro "vogliamo rientrare nella nostra torre, e la vogliamo sicura, funzionale, green, tecnologicamente all’avanguardia", spiega Berti. I londinesi hanno portato solidarietà ai milanesi che provano dolore per una stessa ferita, abbracciandoli (simbolicamente) con alle spalle la torre distrutta dalle fiamme. "Arrivando in taxi, vedendo l’edificio bruciato ci è saltato il cuore", sottolinea Kimia Zabihyan, avvocato dei parenti delle vittime. "Il fuoco non discrimina nessuno. Per fortuna a Milano i vigili del fuoco hanno liberato subito il palazzo ma le persone sono rimaste senza le loro case". A Londra, Hisam Choucair ha perso 6 familiari nell’incendio e ieri teneva tra le braccia i loro ritratti. "Le istituzioni e la comunità mostrino tutto il supporto. Queste tragedie non devono più accadere. È molto importante che tutte le persone si sentano al sicuro a casa loro". Hamed Jafari ha vissuto per 16 anni nella Grenfell Tower. Quattro anni fa, le fiamme hanno inghiottito suo padre. "Per me è stato molto difficile avvicinarmi ora a questa torre perché ho rivissuto ricordi tristi, ho ripensato a come ho perso mio padre e le foto della mia infanzia. Non bisogna sottovalutare, ora, il trauma di queste persone". Intervenuto anche David O’Connell, rappresentante della Lancaster West Estate, il complesso residenziale in cui si trova la Grenfell Tower. "Per me è difficile pensare che 4 anni dopo ancora ci siano edifici con un rivestimento che compromette la sicurezza". Mirko Berti aggiunge che "siamo in un hotel, la sera vediamo le nostre case e vorremmo rientrarci. Non abbiamo avuto perdite umane ma vittime animali sì: sono morti un cane e due gattini". Qualcuno invece è riuscito a salvare i suoi animali: "Io ho recuperato il mio cagnolino Bruce. Ma provo un dolore immenso per le bestiole morte", racconta Sam Nabi. Erika aggiunge: "Ho preso in braccio la mia gatta Melinda prima di scappare e sono poi riuscita a recuperare tanti oggetti. Mi sento fortunata". Gli abitanti ringraziano tutti coloro che li stanno supportando con denaro, oggetti e materiale scolastico per i ragazzi. Presenti anche l’assessore comunale all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran, e il sottosegretario della Regione Lombardia, Alan Rizzi, ai quali i rappresentanti degli sfollati hanno consegnato un documento con le loro esigenze e la visione del futuro della torre. Intanto, sul fronte dell’indagini sul rogo di via Antonini, prenderanno il via la prossima settimana le audizioni dei tecnici e dei responsabili delle aziende coinvolte nella costruzione della Torre dei Moro. I vigili del fuoco e la polizia locale ieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo per verificare la "pericolosità" della struttura che è sotto sequestro e che ha in particolare un lato pesantemente danneggiato.  

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