Torna la reliquia di Carlo Acutis, 'influencer' di Dio

A un anno dalla beatificazione del 15enne morto di leucemia, cerimonia in parrocchia Santa Maria Segreta e i ricordi di mamma Antonia

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Milano - La reliquia custodita nella parrocchia di Santa Maria Segreta, vicino piazza Conciliazione, ricorda che Carlo Acutis ha vissuto a Milano, in quel quartiere.

Il frammento di pericardio donato dalla famiglia è anche un modo per dire che il ragazzino qui ha lasciato un pezzo di cuore. Ma è la parte invisibile ad aver fatto breccia, "il suo amore, che ha sparso come semi e che non si esaurirà mai", sottolinea Antonia Salzano, la madre del ragazzino scomparso nel 2006 ad appena 15 anni per leucemia fulminante, proclamato beato ad Assisi il 10 ottobre del 2020. Un anno fa.

Nato nel 1991 a Londra, viveva in via Ariosto a Milano ed era di casa in parrocchia. Lo chiamavano l’influencer di Dio e il beato di Internet perché sul web diffondeva il Vangelo. E il Vangelo lo metteva in pratica tutti i giorni, "regalando coperte e cibo ai senzatetto, che acquistava con i suoi risparmi, aiutando a scuola, al Leone XIII, i compagni in difficoltà, chi soffriva per colpa dei bulli o per problemi familiari: c’era per tutti", ricorda la mamma, che a un anno dalla beatificazione ha scritto un libro, "Il segreto di mio figlio" (Piemme edizioni) insieme al giornalista Paolo Rodari, per raccontare il percorso di fede di Carlo.

"Io stessa mi sono riaccostata a Dio grazie a lui. Carlo mi aiuta anche adesso, nei momenti difficili. Io sento la sua presenza". Sostegno percepito anche nel momento di dolore indicibile, dopo la morte del suo ragazzo: "Vedendo la bara uscire con mio figlio dentro - ha scritto nel libro - mi vennero in mente le sue parole quando mi diceva: ‘Mamma, anche se tutti i nostri sogni dovessero sgretolarsi, non bisogna mai permettere che il cinismo prenda il sopravvento e sclerotizzi i nostri cuori. Da ogni delusione nascerà sempre un sogno nuovo’".

Ha raccolto diverse frasi di Carlo: "Tutti nascono originali ma molti muoiono fotocopia", "La nostra meta dev’essere l’infinito, non il finito", "L’eucaristia è la mia autostrada per il cielo". A proposito di questo, "lui metteva sempre al centro Gesù. Diceva che siamo più fortunati noi rispetto a chi lo è vissuto duemila anni fa, perché ci basta raggiungere la chiesa vicino casa per incontrarlo". Carlo aveva tante altre passioni: adorava programmare al pc, praticava kung fu e suonava il sassofono.

La mamma ricorda anche degli episodi "inspiegabili razionalmente: il suo corpo era intatto, alla riesumazione, così come gli organi. Carlo, poi, mi ha predetto in sogno che sarei diventata ancora mamma. E così è stato: a quasi 44 anni ho avuto due gemelli, Michele e Francesca, che oggi hanno 11 anni. Del fratello sanno tutto. Quando torniamo a Milano (la famiglia vive in Umbria, ndr) dormono nella sua cameretta".

La signora Salzano ripercorre anche i miracoli "soprattutto quello che ha aperto la strada alla beatificazione: nel 2013 in Brasile un bambino di 4 anni guarì da una malformazione al pancreas, durante una novena rivolta a Carlo. Al sacerdote avevo regalato un pezzetto di stoffa dopo averlo appoggiato a una camicia di mio figlio, macchiata di sangue". E "tantissime persone, nel mondo, gli sono devote. Lo scorso anno ad Assisi ce n’erano numerose nonostante il periodo Covid". Domani sarà ricordato nel giorno dell’anniversario della cerimonia. Martedì, a Santa Maria Segreta alle 19, chi vorrà potrà partecipare alla messa commemorativa.