Tifoso morto prima di Inter-Napoli, nel mirino una Renault: conducente non risponde a pm

La difesa presenta esposto alla Procura: un abuso l'accompagnamento coatto

Gli scontri fra ultras e Daniele Belardinelli

Gli scontri fra ultras e Daniele Belardinelli

Milano, 5 aprile 2019 - Si stanno concentrando su una sola auto, una Renault Kadjar nera, gli accertamenti in corso con la formula dell'incidente probatorio nell'inchiesta della Procura di Milano sugli scontri tra ultras del 26 dicembre 2018 prima di Inter-Napoli e, in particolare, nella tranche aperta per omicidio volontario per arrivare ad individuare quale macchina della 'carovana' dei tifosi napoletani abbia investito Daniele Belardinelli, poi morto in ospedale. Da quanto si è saputo, nelle analisi in corso tra ieri ed oggi degli esperti nominati dal gip Guido Salvini sono state 'scartate' le altre 5 auto sequestrate e gli approfondimenti stanno riguardando una macchina (a bordo c'erano 4 persone), quella che potrebbe aver travolto l'ultrà.

L'auto, stando ai rilievi effettuati alla presenza dei consulenti delle difese, presenterebbe segni compatibili con l'investimento. Il guidatore dell'auto è stato portato in Questura a Milano con un provvedimento di "accompagnamento coattivo per procedere a interrogatorio o a confronto". Stando alle analisi in corso in questi giorni, l'auto guidata dal giovane e con a bordo altri tre ultrà (anche loro, pare, sono stati portati a Milano per interrogatori) sarebbe quella che ha investito Belardinelli, poi morto in ospedale. Nell'inchiesta al momento si ipotizza l'omicidio volontario. 

L'ultrà partenopeo si è avvalso ancora una volta della facoltà di non rispondere davanti a inquirenti e investigatori. Il 38enne ha scelto di non parlare, come aveva già fatto quando era  stato convocato il primo marzo scorso.  "Abbiamo già presentato un esposto alla Procura generale di  Milano per evidenziare questo abuso a cui è stato sottoposto il mio assistito oggi e la violazione del diritto di difesa", ha spiegato il legale del 38enne, l'avvocato Dario Cuomo, chiarendo che l'indagato stamani "è stato messo su un treno a Napoli da due agenti che l'hanno portato a Milano, si sono fatti spendere soldi per niente allo Stato, quando già la Procura sapeva che si sarebbe avvalso". Il legale ha affermato che "devono essere rispettate le garanzie minime del diritto di difesa, previste dal codice, le prove le deve portare l'accusa e poi depositarle"

 

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