Tifoso morto prima di Inter-Napoli, pool di esperti in trasferta a caccia di tracce

Gli accertamenti tecnici irripetibili partiranno martedì. Intanto, il giudice non ha convalidato il Daspo emesso nei confronti di uno dei tifosi partenopei

Scontri prima di Inter-Napoli, un morto e quattro feriti

MILANO 27/12/2018 - SCONTRI TRA LE TIFOSERIE DI INTER NAPOLI PRIMA DELLA PARTITA A SAN SIRO DI SERIE A - MORTO TIFOSO DURANTE TAFFERUGLI - FOTO NEWPRESS.

Milano 1 febbraio 2019 - Il pool di consulenti nominati dalla Procura di Milano in trasferta a Napoli, per passare al setaccio le cinque auto sequestrate dalla Digos nell’ambito dell’inchiesta sulla morte dell’ultrà del Varese Daniele “Dede” Belardinelli, travolto e ucciso durante gli scontri della sera di Santo Stefano in via Novara. Gli accertamenti tecnici irripetibili partiranno martedì, con l’obiettivo di individuare tracce ed elementi utili per inchiodare il pirata della strada che è fuggito dopo aver investito Belardinelli, mentre infuriava la battaglia fra tifosi dell’Inter e del Napoli. Il pool è composto da esperti della sezione di Medicina legale della Statale di Milano, come la “scienziata delle ossa” Cristina Cattaneo, che nel corso della sua carriera si è già occupata di altri importanti accertamenti, come quelli eseguiti per la morte di Yara Gambirasio o per identificare i migranti annegati nel Mediterraneo. L’avvocato Emilio Coppola, che rappresenta 13 dei 16 tifosi napoletani indagati, ha nominato invece come consulente lo studio della criminologa Roberta Bruzzone, volto noto in tv. 

Intanto il gip di Milano Ilaria De Magistris non ha convalidato il daspo con obbligo di firma emesso nei confronti dell’ultrà del Napoli autore dell’audio registrato durante gli scontri. Un audio «senza censure» con il commento di un suppporter napoletano registrato nei momenti immediatamente successivi ai tafferugli. All’uomo, che ha 40 anni, il provvedimento emesso dal questore di Milano, della durata di cinque anni, era stato notificato lo scorso 18 gennaio, come ad altri tifosi partenopei e interisti coinvolti nell’inchiesta che vede in tutto oltre 30 indagati. Per il giudice, però, non si ravvisano negli atti riguardanti la sua condotta, comportamenti che giustifichino il provvedimento di limitazione della sua libertà personale. Si apre infine un altro fronte, dopo quella sera di Santo Stefano che ha acceso un faro sulla violenza e il razzismo negli stadi.

L’avvocato napoletano Sergio Pisani, presidente dell’associazione “Noi consumatori”, ha presentato una denuncia in Procura, chiedendo l’acquisizione dei filmati per individuare i tifosi che hanno bersagliato il difensore del Napoli Kalidou Koulibaly, originario del Senegal, durante la partita al Meazza. Gli ululati contro il calciatore, secondo il legale, hanno propagandato «idee fondate sulla superiorità razziale» e sono stati «espressione univoca di un sentimento di odio immediatamente percepibile». Una denuncia che potrebbe portare all’apertura di un fascicolo per violazione della legge Mancino, che punisce chi «propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico», come era successo in occasione dell’amichevole Pro Patria-Milan a Busto Arsizio, sospesa dopo la decisione dei rossoneri di uscire dal campo per protestare contro il comportamento di alcuni tifosi bustocchi. 

 

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