Milan, la tifosa da record: "Ho 99 anni, voglio festeggiare un altro scudetto"

Clara La Spina: "I rossoneri sono la mia ragione di vita. Ero l'unica bambina a giocare a pallone coi maschi"

Clara La Spina, 99 anni, tifosa del Milan da sempre

Clara La Spina, 99 anni, tifosa del Milan da sempre.

Il segreto della longevità? Per alcuni è uno stile di vita sano, per altri è un’alimentazione equilibrata, per altri ancora la fonte dell’eterna giovinezza è la lotta ai i radicali liberi. Per Clara La Spina, 99 anni portati splendidamente, l’elisir di lunga vita è la sua squadra del cuore, il Milan.

Sono tifosa da quando avevo 8 anni. Andavo a giocare a calcio con i miei compagni di scuola a San Siro in un boschetto fuori dallo stadio, quando lo stadio aveva ancora un anello solo. Ero l’unica bambina che giocava con tutti gli amici maschietti. Facevo il portiere, avevo il calcio nel sangue. Le bambole e le cucine con le pentoline giocattolo le ignoravo, non mi trasmettevano niente - racconta Clara, che quando parla della sua squadra ha gli occhi che le brillano -. Poi quando sono cresciuta ho iniziato ad andare a vedere il Milan allo stadio, ho sempre avuto l’abbonamento, sin dagli anni Cinquanta non mi sono mai persa una partita. Ogni santa domenica ero allo stadio. Non sono mancata neanche quando mi sono rotta le gambe e avevo il gesso. Erano i tempi dei miei grandi idoli come Nordahl, Green e Liedholm. Devo dire che ho fatto di tutto per conoscerli e ci sono riuscita. In quegli anni lavoravo come farmacista e il negozio vicino alla mia farmacia vendeva abbigliamento da uomo e aveva come clienti cantanti e calciatori. Allora ho detto alle commesse del negozio di chiamarmi quando entravano i giocatori del Milan. Così è stato, li ho conosciuti e sono diventata anche amica loro, che sapendomi una milanista sfegata quando passavano di lì entravano sempre in farmacia a salutarmi”, racconta la quasi centenaria rossonera. Tutta la mia famiglia era milanista, mamma, papà e quattro dei mie cinque fratelli, solo uno era interista. I miei genitori erano uno siciliano e una calabrese, io sono arrivata a Milano che avevo solo due anni, quindi mi sono sempre sentita milanese a tutti gli effetti. Mi sono sposata con un uomo che era milanista, così come mia figlia e il mio cagnolino, che ha sempre avuto il cappottino rigorosamente di colore rosso e nero. E ora anche la badante non poteva che tifare per il Milan. Ecco, diciamo che a casa mia la parola ‘Inter’ è praticamente bandita", scherza la milanista sfegatata.

Fino a dieci anni fa la vita di Clara era cadenzata dalle partite allo stadio, poi dopo un problema di salute e gli acciacchi dell’età non le è stato più possibile andarci. “Per me è stato un grande dolore non poter più tifare il mio Milan durante le partite e allora mi sono abbonata a Sky Milan Tv così posso seguire la mia squadra da casa. E ho trovato il lato positivo anche in questo. Guardo le partite comodamente dal mio divano con la sigaretta accesa. Perché io amo il fumo e credo che in un certo senso a me faccia bene. Ormai non esco più di casa e la sigaretta è l’unica soddisfazione che mi resta. Oltre alle vittorie del Milan, ovviamente. Ma quelle sono un’altra storia. Sono gioia pura, anzi direi che per me sono un vero e proprio delirio” racconta Clara, che parla della sua infanzia in modo nostalgico.

“Non avevamo il freezer, ma eravamo felici. Io sono cresciuta a pane e pallone, ma non mi è mai mancato nulla. Ho giocato tanto e giocavo io in prima persona, non con i videogiochi come i bambini di adesso che purtroppo non corrono più dietro a un pallone. Sarà per questo che sono arrivata a quasi cento anni in forma. Diciamo anche che la vita mi ha anche messo a dura prova soprattutto ai tempi dell’università, che frequentavo a Pavia. Quando la stazione è stata bombardata e non era più possibile prendere i treni, andavo a Pavia sul carro bestiame. E comunque, tra una bomba e l’altra, non ho mai perso la vivacità e la gioia di vivere. Anzi, mi sono sempre sentita una persona molto fortunata. Ma mi rendo conto che erano altri tempi. Ora della mia famiglia non mi resta più nessuno. Ho solo mia figlia Daniela e mia nipote Laura, anche loro milaniste sfegatate. E poi ho il mio Milan, che è la mia ragione di vita” conclude Clara, che di carattere si definisce una persona molto tollerante. “Per me ognuno è libero di pensare, agire e tifare ciò che meglio crede. Ma mi chiedo perché tifare l’Inter quando c’è una squadra unica come il Milan”. E se un interista le parla lei cosa fa, risponde? “Sì ma faccio uno strappo enorme alla regola e alla mia etica”.

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