Vaccino Lombardia, terza dose “booster" per operatori sociosanitari e over 60

La campagna si concentra sui fragili, sugli ospiti delle Rsa e sul personale che ha superato i 180 giorni dalla seconda dose di vaccino anti Covid

Vaccino anti-Covid

Vaccino anti-Covid

Milano - Terza dose di vaccino anti Covid, avanti con operatori sanitari e pazienti fragili in Lombardia. La Direzione generale del dipartimento del Welfare lombardo, d'intesa con l'Unità di Crisi - a seguito della circolare del Ministero della Salute dell'8 ottobre di aggiornamento delle indicazioni sulla somministrazione della dose di richiamo detta "booster" - , conferma l'avvio, previsto da lunedì 11 ottobre, della campagna "booster" con vaccino  Pfizer/Biontech per tutti gli operatori all'interno delle strutture di ricovero e di cura e per i quali sono trascorsi almeno 180 giorni dal completamento del ciclo vaccinale di base (prima e seconda somministrazione o dose unica).

La campagna prosegue nelle Rsa con la dose "booster" anche agli ospiti e agli operatori, ampliando la platea degli eligibili alla dose di richiamo agli over 60 e ai fragili, come indicato nella circolare del Ministero. La Lombardia si è detta pronta nelle scorse settimane a vaccinare, eventualmente, tutti con una terza dose dal 22 novembre.

Cos'è la terza dose booster

La circolare del ministero della Salute che descrive categorie e tempistiche, distingue la terza dose 'addizionale' dalla dose 'booster': in quest'ultimo caso la platea di riferimento non sono i soggetti particolarmente fragili per i quali si è evidenziata una minore risposta al vaccino (e che per questo necessitano di una dose appunto addizionale come parte  integrante del processo vaccinale), bensì le fasce che hanno avuto una risposta immunitaria adeguata dopo le prime due dosi ma che a distanza di tempo, o forse per via delle varianti,  hanno comunque bisogno di una dose di rinforzo a fronte del calo di copertura immunitaria che, secondo vari studi, si determina per i vaccini anti-Covid dopo 6-9 mesi. L'obiettivo della dose booster è quindi mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare in popolazioni connotate da "un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale". La dose booster va somministrata dopo almeno sei mesi dall'ultima dose. Al momento, in base alle indicazioni del CTS, precisa la circolare, "si considera prioritaria la somministrazione della dose addizionale nei soggetti trapiantati e immunocompromessi". Ferma restando la  priorità del raggiungimento di un'elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli attualmente autorizzati, "sarà poi definita la strategia di somministrazione di una dose booster di vaccino a m-RNA (Pfizer e Moderna) in favore di ulteriori gruppi target", tenendo conto delle evidenze scientifiche e dell'evoluzione dello scenario epidemiologico. Si inizia pertanto con i più fragili e poi verranno le dosi booster per le altre categorie, come over-80, residenti nelle Rsa e sanitari.

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