Anni di Piombo, lite sulle vittime del terrorismo escluse

Rifondazione comunista: nel sito del Comune mancano alcune nomi tra cui Pinelli, Varalli e Zibecchi

Il sito al centro delle polemiche

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È polemica sul sito Internet del Comune “Milano, le stragi e il terrorismo - Museo Diffuso Urbano” presentato domenica alla Casa della Memoria. Rifondazione comunista, in una nota, afferma di "non comprere appieno alcune scelte" sulle vittime degli Anni di Piombo non inserite nei luoghi della memoria presenti nella mappa interattiva: "Non sono presenti i luoghi dove caddero per mano fascista o delle Forze dell’ordine Claudio Varalli, Giannino Zibecchi, Alberto Brasili, Gaetano Amoroso, Giovanni Ardizzone, Luca Rossi, Saverio Saltarelli, Roberto Franceschi e Davide Cesare. E nemmeno Giuseppe Pinelli. Perché a questi uomini non è dato di essere ricordati?". Non basta. "Ci pare una mancanza grave – contiua la nota del Prc – una pericolosa rimozione proprio nel momento in cui torna in auge la proposta, da noi denunciata nel 2018, di finanziare con i soldi di Regione Lombardia iniziative nelle scuole per ricordare le figure Ramelli stesso ed Enrico Pedenovi (il militante del Fronte della Gioventù e il consigliere provinciale del Msi uccisi nel 1975 e 1976 in seguito ad agguati di commando di gruppi extraparlamentari di estrema sinistra, ndr). Più che un museo diffuso ci pare un museo confuso".

I nomi citati nel documento del Prc sono tutte persone morte durante gli Anni di Piombo, molte delle quali durante scontri di piazza tra manifestanti e forze dell’ordine, ma anche in circostanze diverse. Un primo esempio? Varalli, studente presso un Istituto tecnico milanese e aderente al Movimento Studentesco, fu ucciso il 16 aprile da un militante del Fuan barricato nella sua auto, che lo stesso Varalli stava assaltando assieme ad altri in piazza Cavour a Milano. Zibecchi, militante del Coordinamento dei comitati antifascisti, morì il giorno seguente, in corso XXII Marzo a Milano, travolto da un camion dei Carabinieri, guidato dal milite Sergio Chiarieri, durante la manifestazione seguita all’uccisione di Varalli.

Ma tra i nomi che non compare tra le vittime del terrorismo a Milano c’è anche anche Giuseppe “Pino’’ Pinelli, il ferroviere anarchico morto tragicamente nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969 precipitando da una finestra della questura di Milano, in cui era trattenuto per accertamenti in seguito alla strage di Piazza Fontana. Un morto innocente, tanto che il Comune di Milano lo considera "la 18esima vittima innocente della strage" alla Banca Nazionale dell’Agricoltura del 12 dicembre 1969 che provocò 17 morti e inaugurò quella che è stata definita la strategia della tensione. Della vicenda di Pinelli, nel sito “Milano, le stragi e il terrorismo - Museo Diffuso Urbano”, si parla nel link dedicato a una vittima questa sì indicata nel portale municipale, il commissario di Polizia Luigi Calabresi, la cui morte avvenuta il 17 maggio 1972 per mano di esponenti di Lotta Continua ed è tragicamente legata proprio a quella di Pinelli, perché Calabresi fu indicato per anni dall’estrema sinistra come l’assassino del ferroviere anarchico.

Perché, nel sito del Comune, Calabresi viene indicato tra le vittime del terrorismo e Pinelli, Varalli, Zibecchi e gli altri nomi segnalati, no? Da Palazzo Marino e dal Comitato scientifico che si occupato della prepazione del sito (sotto, l’intervista al responsabile, il professor Marco Cuzzi) spiegano che nel portale del Comune sono stati inseriti, almeno per ora, solo i nomi milanesi presenti nell’elenco ufficiale delle "vittime del terrorismo" redatto dalla presidenza della Repubblica. Un elenco in cui i nomi elencati nella nota di Rifondazione comunista non sono presenti perché non propriamente da indicare come "vittime del terrorismo".

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