Terrorismo, il padre di Fatima: "In Siria per stare con le mie figlie"

Il pm: "Lui organizzò il viaggio in Siria per unirsi allo Stato Islamico"

Fatima

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Inzago, 26 ottobre 2016 -  "Non volevo andare in Siria a fare la guerra, volevo stare solo con le mie figlie anche se non ero contento di partire". Sergio Sergio, il padre di Maria Giulia Sergio ' Fatima', la prima foreign fighter italiana, nega davanti ai giudici della Corte d'Assise di Milano di avere avuto l'intenzione di arruolarsi coi suoi familiari nelle file dello Stato Islamico. L'uomo è stato interrogato nel processo in cui è imputato per organizzazione di viaggio con finalità di terrorismo e che vede alla sbarra anche la figlia Maria Giulia, il marito di lei, Aldo Kobuzi, e altri due latitanti: Donika Coku, madre di Aldo Kobuzi, e Haik Bushra, donna di origine canadese che avrebbe avuto un ruolo decisivo nell'indottrinamento e nell'arruolamento di Fatima e Marianna nelle file dell'Isis. Nel processo col rito abbreviato scaturito dalla stessa indagine è stata condannata nei mesi scorsi a 5 anni e 4 mesi, Marianna Sergio, la sorella di ' Fatima'.

La versione di Sergio è confutata dal pm Maurizio Romanelli nelle prime battute della requisitoria che ha iniziato oggi e che terminerà nella prossima udienza con le richieste di pena. "La posizione di Sergio è profondamente diversa rispetto a quello che appare dall'esame - ha detto il magistrato - perché è lui ad avere determinato a partire la moglie, è lui che ha sciolto il dubbio, perché lui è il maschio, questo dicono le carte. Sergio non solo stava per partire per la Siria, ma e' la persona che organizza la partenza degli altri". 

In un altro passaggio della requisitoria, il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli (da poco trasferito alla Direzione Nazionale Antimafia, ma applicato a questo processo fino alla fine) ha detto che  Maria Giulia Sergio, ' Fatima' dopo la conversione all'Islam, "non è una pazza", ma, come gli altri imputati, "vuole andare in Siria con motivazioni straordinariamente forti e profonde" per sostenere la causa del Califfato.  "Sarebbbe un po' comodo da parte di tutti, una cosa che semplifica e banalizza - sono ancora le considerazioni di Romanelli - dire che e' una pazza, ma ' Fatima' non dice niente per caso nelle conversazioni che abbiano ascoltato. Ha acquisito una profondissima conoscenza della materia, ha studiato le cose che dice, molto spesso con al fianco un addetto alla polizia religiosa dello Stato Islamico. Esprime la realta' di quel periodo dell'agire terroristico". Dalle circa "700 pagine di intercettazioni telematiche", emerge che la ragazza originaria di Torre del Greco ripete sempre gli stessi concetti, e quando deve convincere i genitori "usa toni molto chiari", per esempio quando proclama 'Siamo qui ad ammazzare i miscredenti'".

Romanelli ha poi sottolineato come quella al centro del processo sia "una vicenda di straordinario interesse e rilevanza. Per la prima volta, sicuramente in Italia, ma non credo ci siano altri precedenti altrove, si e' riusciti a ricostruire le attivita' e i programmi dello Stato Islamico attraverso uno spaccato di vita molto particolare che ci interroga tutti". Il processo ruota intorno alla storia di una ragazza, originaria di Torre del Greco, Maria Giulia Sergio, convertita all'Islam nel 2009. Si era poi trasferita nel 2012 in provincia di Milano, a Inzago, dove si era sposata con un cittadino albanese, col quale aveva iniziato a frequentare ambienti radicali. Nel 2014, secondo la ricostruzione della Digos di Milano, la giovane sarebbe partita per unirsi al califfato in Siria.

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