Tempo online Si torna al pre-Covid

Ruben

Razzante*

Si è sempre sostenuto che la digitalizzazione fosse un processo irreversibile. Chi si è

abituato, durante la pandemia, a svolgere da remoto alcune attività, continuerà a farlo. Chi ha scoperto il digitale come strumento di facilitazione di azioni e funzioni seguiterà a utilizzarlo sempre di più. C’è molto del vero in queste ricorrenti affermazioni. Ma c’è pure il rovescio della medaglia. Tantissime persone, dopo

l’overdose di web e social, tentano di tornare alla normalità pre-Covid,

disconnettendosi dalla Rete e vivendo la quotidianità operativa e la socialità in una

dimensione più fisica.

Secondo una recente ricerca Comscore, società di pianificazione e valutazione dei

media sulle diverse piattaforme, il tempo speso in Rete dalla popolazione maggiorenne

italiana è tornato ai livelli pre-Covid. Il dato si spiega anche con l’ingresso di fasce di

popolazione più marginali nell’utilizzo di Internet.

Questo non vuol dire regressione nei livelli di utilizzo, ma semplice assestamento dopo

la bulimia on-line dovuta all’emergenza sanitaria. Ad esempio, le app e i siti governativi connessi al mondo della scuola e della sanità stanno conoscendo tuttora sviluppi notevoli. Le diete mediatiche digitali si concentrano sulle categorie dell’intrattenimento

e dei social network, che assorbono gran parte del tempo trascorso in Rete dagli utenti. Il 60% del tempo speso sul digitale risulta assorbito dai primi sette colossi internazionali

del web: Facebook-Meta, Google, Spotify, TikTok, Microsoft, Amazon e Netflix.

Attualmente -documenta la ricerca Comscore- la popolazione digitale italiana si attesta sui 42 milioni di utenti unici mensili, con una penetrazione dell’audience che ha raggiunto il 77% della popolazione maggiorenne (+7 punti percentuali negli ultimi

quattro anni) e un tempo speso on-line al giorno per persona di 2 ore e 22 minuti, che

diventano 2 ore e 43 nel target più giovane.

*Diritto dell’informazione

Università Cattolica