Milano, la vendetta dei tassisti abusivi

Minacce e ritorsioni contro la cinese che ha rivelato l’app Risciò e gli affari in nero. Via all’esposto in Procura, aperta un’inchiesta

Alcuni passaggi della denuncia del servizio di trasporto abusivo alle “Iene”

Alcuni passaggi della denuncia del servizio di trasporto abusivo alle “Iene”

Milano, 9 giugno 2018 - «Abbiamo fatto bene - diceva a conclusione dell’inchiesta tivù realizzata insieme alle “Iene” - perché non mi piace si dica che tutti i cinesi evadono le tasse e fanno i furbi per mettere via i soldi. Non è giusto. Ci sono anche cinesi buoni e onesti come la mia famiglia: mia madre e mio padre le tasse le pagano...».

Giovane e sorridente ma con le idee chiare è Giovanna (nome di fantasia, ndr), 20 anni, la ragazza con gli occhi a mandorla e l’italiano perfetto, che nel servizio televisivo fece da interprete e guida all’inviato del programma Mediaset nello strano mondo governato anche a Milano dalla app Risciò, una sorta di Uber all’orientale, noleggio auto con conducente tutto rigorosamente tra cinesi. E rigorosamente in nero. Ma da quando il servizio delle “Iene” è andato in onda, meno di tre mesi fa, Giovanna non vive più: minacce di morte che le arrivano un giorno sì e l’altro pure sui social cinesi e sempre attraverso i canali del web decine di recensioni terribili e chiaramente orchestrate col proposito di distruggere l’immagine del ristorante gestito in città da suo padre. La ragazza non si è fatta spaventare però, e assistita dall’avvocato Raffaele Giacomini ha presentato denuncia. E ora la Procura ha aperto un’inchiesta. «Sono profondamente rammaricata di quanto avvenuto a seguito della messa in onda del servizio - protesta Giovanna - poiché avevo ritenuto di agire solo per difendere l’immagine della comunità cinese, la mia comunità, senza volerla screditare in alcun modo».I tassisti abusivi, però, non l’hanno presa sportivamente. E un episodio accaduto durante la Settimana della Moda fece salire il livello di allarme: uno di loro, individuato da un vigile davanti a un hotel in corso di Porta Nuova, fuggì rischiando di investire l’agente municipale.

Stando all’inchiesta televisiva, che grazie alla collaborazione di Giovanna ha portato alla luce una realtà decisamente sommersa, sarebbero solo in città ben 414 gli autisti abusivi che usano l’app Risciò, solo in lingua cinese (ma che si può scaricare anche con sim italiana), un sistema di trasporto parallelo che utilizza van o auto di alta gamma. E sempre attraverso Risciò, oltre alla ricerca e prenotazione dell’auto subito disponibile all’indirizzo del richiedente, avviene anche il pagamento del servizio, attraverso carte prepagate cinesi che non lasciano tracce sui conti correnti italiani. Tutto sotto controllo, in un certo senso, ma di sicuro al riparo dal Fisco. Anche perché, in caso di ispezioni, quelli trasportati in auto dall’autista cinese a suo dire non sono affatto clienti, ma semplici amici.

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