Tassametro manomesso: via la licenza al furbetto

Milano, "pizzicato" dai ghisa il 23 marzo 2021, il Comune gli ha tolto l’auto bianca. Stop al ricorso: il marchingegno simulava una velocità arbitraria del veicolo

Taxi

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Milano, 23 luglio 2022 - Il «trucco» è costato la licenza al furbetto che ha deciso di approfittarne per "gonfiare" i costi delle corse a scapito dei clienti che salivano sulla sua auto bianca. Il 23 marzo 2021, i ghisa della Freccia 1, specializzati nei controlli sul trasporto pubblico non di linea, hanno fermato il veicolo, a valle di una serie di segnalazioni arrivate da alcuni clienti, e l’hanno ispezionato: all’interno ci hanno trovato un marchingegno che di fatto falsava il tassametro, preimpostando "a priori una velocità arbitraria indipendente da quella reale del mezzo, in modo da determinare un arbitrario aumento dei parametri odometrici ( l’odometria è la tecnica che stima quanto spazio ha percorso un veicolo in movimento, ndr ) con conseguente alterazione delle predeterminate tariffe regionali". Una palese violazione delle regole che il 9 luglio successivo ha portato il Comune a emettere la sanzione disciplinare della decadenza della licenza taxi.

A quel punto, il conducente finito nel mirino ha presentato ricorso al Tar, ma mercoledì le sue istanze sono state respinte senz’appello dai giudici del Tribunale amministrativo. Per il legale del tassista, non si è trattato di una manomissione del tassametro "ai danni della clientela", bensì dell’utilizzo di un tassametro "non omologato". Quindi, tradotto in termini di sanzioni, il padroncino andava sospeso, come da articolo 56 del Regolamento del bacino di traffico del sistema aeroportuale lombardo, e non "cacciato", come invece prescrive l’articolo 57. Inoltre, sempre secondo la difesa, il Comune non avrebbe "effettuato sufficienti accertamenti riguardo la situazione di fatto sanzionata, peraltro neppure ancora definitivamente accertata in sede di giudizio penale".

I giudici non la pensano così. Innanzitutto, il collegio presieduto da Italo Caso ha chiarito che l’amministrazione ha applicato correttamente il regolamento. In secondo luogo, il Tar ha definito "approfondita" l’istruttoria del Comune: dalla prima verifica del 23 marzo ai successivi accertamenti effettuati da una società specializzata e dal Politecnico, che sono arrivati alla stessa conclusione. Vale a dire: il tassametro è stato "modificato". Per quanto riguarda la questione penale, nel corso del giudizio amministrativo è stata depositata la sentenza di patteggiamento. Conclusione: "Il ricorrente non si è limitato a utilizzare un tassametro non omologato, ma ha provveduto ad alterare quello montato sulla sua autovettura in modo da alterare i costi delle singole corse". Via la licenza.

 

 

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