Tari, rincari per 600mila famiglie. Ma 180mila box-fantasma

Manovra 2018, sì della Giunta. Tasca: applicata la circolare ministeriale, sconti sui 145mila garage pertinenziali

Pagamento Tari

Pagamento Tari

Milano, 1 febbraio 2018 - Stangata Tari per quasi 600 mila contribuenti milanesi. I rincari sulla tassa dei rifiuti nel 2018 arriveranno a toccare il 4% per i single senza box pertinenziali. L’aumento previsto nella delibera sul bilancio preventivo 2018 approvata ieri mattina dalla Giunta comunale è dovuto all’applicazione da parte dell’amministrazione della circolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) sulla quota variabile della Tari per le utenze domestiche e le loro pertinenze. Una circolare che prova a fare chiarezza nel «pasticciaccio brutto» degli ingiusti pagamenti Tari del 2017, ma che a Milano provocherà un effetto paradossale nel 2018. Sì, perché l’assessore Tasca, dopo il «sì» della Giunta al bilancio, spiega che «nel 2018 gli oneri per la raccolta rifiuti si riducono di 2,4 milioni di euro, passano da 303,8 a 301,5 milioni di euro grazie all’efficienza di Comune e Amsa e al recupero dell’evasione». Un dato che nel 2018 avrebbe comportato una riduzione della Tari di circa il 2% per tutti i milanesi che pagano la tassa rifiuti.

Ma così non sarà. Perché – aggiunge l’assessore – «l’applicazione della circolare del Mef ha l’effetto di redistribuire l’onere della quota variabile della tassa da chi ha un box a chi non ce l’ha». Ciò significa che ai contribuenti milanesi che hanno i 145mila tra box e autorimesse di pertinenza (cioè vicino a casa) non sarà applicata la quota variabile e risparmieranno mediamente il 2% (i single con box di pertinenza fino al 4%). Insomma, chi ha un box di pertinenza paga meno Tari, chi non ce l’ha o ha un box non pertinenziale paga di più. Un sistema iniquo. O no? Tasca conferma: «Il decremento dei costi dell’onere della raccolta rifiuti non è equamente distribuito».

Ma allora perché applicare la circolare del Mef? Lo stesso assessore ricorda che «ci sono altri Comuni italiani che hanno preso la circolare del Ministero e l’hanno buttata via sulla base dell’assunto che nei box si producono rifiuti». Ma poi spiega: «Milano non vuole porsi in antagonismo con il Mef e si è messa in linea ma sottolineando una logica di equità: il principio civilistico ci consente di discriminare tra i box pertinenziali e i non pertinenziali». Senza questa «discriminazione», la stangata per molti milanesi sarebbe stata anche maggiore. Tasca, intanto, svela che i recenti controlli sui box effettuati dal Comune hanno fatto emergere che «i box registrati al Catasto a Milano solo 360 mila, ma quelli su cui viene pagata la Tari sono la metà: 180 mila». In pratica esistono 180 mila box-fantasma per la tassa rifiuti, con i loro proprietari evasori dell’imposta. Sempre sul fronte Tari, il Comune deve ancora rimborsare 47 milioni di euro ai milanesi vittime del «pasticciaccio 2017». Sono già stati presentati 300 ricorsi in merito. In attesa dei pronunciamenti, cosa intende fare il Comune? Tasca replica così: «Chiederemo alla Corte dei Conti se possiamo utilizzare la fiscalità generale per i rimborsi. Dopo questo parere, procederemo». Fabrizio De Pasquale di FI va all’attacco: «La Giunta Sala si è rimangiata la promessa di rimborsare le somme ingiustamente percepite dal Comune per la Tari sui garage».

Ultima nota: sul fronte delle utenze non domestiche della Tari, la Giunta ha previsto sconti fino al 50% per attività commerciali, in primis i ristoranti, che distribuiranno cibo gratuitamente agli indigenti.

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