Milano, tangenti in sanità: condannati ex direttore sanitario e due ex primari

Due anni e 8 mesi a Paola Navone, 6 anni e mezzo a Lorenzo Drago e Carlo Luca Romano

Paola Navone, ex direttore sanitario dell’istituto Pini

Paola Navone, ex direttore sanitario dell’istituto Pini

Milano,3 marzo 2020 - L'ex direttore sanitario di Ortopedia del Cto-Pini, Paola Navone è stata condannata a due anni e 8 mesi di carcere, e i due ex primari del Galeazzi Lorenzo Drago e Carlo Luca Romano entrambi a 6 anni e mezzo di carcere, nel processo a Milano su una presunta corruzione relativa all'acquisto da parte dei due ospedali di presidi sanitari ortopedici sponsorizzati dai medici.

Lo ha deciso questo pomeriggio la decima sezione penale del Tribunale milanese. Per Navone, a cui è stata concessa l'attenuante della «particolare tenuità del fatto», è stata disposta la confisca di 5.000 euro, mentre per Drago e Romano la confisca è stata di 35mila euro. Per tutti e tre gli imputati è stata stabilita l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Sono stati disposti risarcimenti nei confronti dell'Ospedale Cto-Pini, dell'ordine provinciale dei medici di Milano e delle Regione Lombardia, che si erano costituiti parte civile, per 36mila euro. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni. "Siamo sorpresi di questa sentenza, leggeremo le motivazioni e sicuramente faremo appello", ha detto il difensore di Navone, l'avvocato Paolo Magri. Secondo il legale, già "la lieve entità della confisca dà l'idea che non si sia trattato di una corruzione, semmai di un regalo". 

L'inchiesta del pm Cristian Barilli e dell'aggiunto Eugenio Fusco, riguardava l'acquisto da parte degli ospedali Cto-Pini e Galeazzi di presidi sanitari ortopedici sponsorizzati da medici, in cambio di 'stecche' e altre utilità dall'imprenditore Tommaso Brenicci, che ha patteggiato 3 anni di carcere. L'allora direttrice sanitaria del Cto-Pini Paola Navone era stata arrestata nell'aprile 2018, insieme ai due chirurghi ortopedici del Cto-Pini Giorgio Maria Calori e Carmine Cucciniello (hanno patteggiato rispettivamente 2 anni e 10 mesi e 2 anni di carcere). Secondo i pubblici ministeri, "Navone era un soggetto indispensabile e attraente, per via dei suoi appoggi, per il corruttore Tommaso Brenicci. Quest'ultimo - hanno detto nella requisitoria - non solo era di casa al Cto -Pini, ma ha potuto usare l'ospedale per sviluppare e non solo per vendere i suoi prodotti". E ancora: "Le utilità ricevute dalla Navone non erano solo il cesto, il viaggio, la crema, ma era soprattutto il contesto professionale. La ex direttrice aveva tutto l'interesse ad affermarsi professionalmente in una cornice che comprendeva la presenza di Calori e Brenicci". 

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