Tangenti, le intercettazioni sul caso Marsico: "Lo stipendio glielo dà il suo padrone"

Imprenditori e manager negli uffici della Procura. Sentito dai pm anche Marco Bonometti, il numero uno di Confindustria

Marsico ex socio di studio e amico del presidente della Regione

Marsico ex socio di studio e amico del presidente della Regione

Milano, 15 maggio 2019 - La nomina di Luca Marsico, ex socio di studio del presidente della Regione Attilio Fontana ed ex consigliere azzurro finito con una delibera di Giunta tra i componenti del Nucleo di valutazione degli investimenti della Regione, che è costata al governatore lombardo un’informazione di garanzia per abuso di ufficio, è avvenuta «in quota Lega. Lui mica può rimanere in Forza Italia eh!».

Sono le parole di Gioacchino Caianiello, l’influente esponente forzista varesino ritenuto il «burattinaio» del vasto sistema corruttivo in Lombardia venuto a galla con l’inchiesta della Dda milanese che una settimana fa ha portato alla notifica di 43 misure cautelari. L’intercettazione spunta negli atti, per ora depositati, dell’indagine condotta da Guardia di finanza e carabinieri e coordinata dai pm Silvia Bonardi, Adriano Scudieri e Luigi Furno e dall’aggiunto Alessandra Dolci, i quali ieri, per tutto il giorno, hanno continuato a sentire imprenditori e professionisti tra cui anche Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia e presidente dell’azienda Officine Meccaniche Rezzatesi, con sede nel Bresciano. Ritornando alla conversazione intercettata, lo scorso 5 novembre, dopo la nomina di Marsico – rivendicata due giorni fa da Fontana durante l’interrogatorio sulla vicenda che nulla ha a che vedere con mazzette e appalti pilotati emersi –, Caianiello è al telefono con Raffaele Cattaneo assessore regionale all’Ambiente, il quale dice: «Ho visto che Marsico è diventato adesso un figliol prodigo». E Caianiello: «Marsico non è figliol prodigo (...) fino a quando gli abbiamo garantito uno stipendio è stato in Forza Italia, adesso glielo garantisce il suo padrone o socio».

Frase, questa, che si riferisce al fatto che l’ex socio del governatore, non essendo stato più rieletto, ha comunque ottenuto un incarico e «quindi è giusto che vada di là». Cattaneo: «E quindi si sposta». Caianiello: «Anche perché scusami se voi in giunta gli date gli incarichi ... in quota Lega, lui mica può rimanere in Forza Italia eh!». E l’assessore lombardo: «Vabbè adesso sei lire ha dato». Cattaneo: «Ho dato una robina lì!». Caianiello: «No allora premesso che non avete ancora determinato il compenso, scusami eh!». Cattaneo: «Sì appunto!». E l’assessore ancora: «Non sarà una cosa ricca in ogni caso, visto il clima generale». Intanto fina dalla mattina nelle stanze della Direzione Distrettuale Antimafia è proseguita la sfilata di testimoni, accompagnati da avvocati, che hanno deciso di collaborare.

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