Tangenti in Lombardia, Comi sotto accusa rinuncia al seggio in Europa

L’annuncio: "Berlusconi mi ha chiesto di restare, ma io voglio chiarire senza immunità"

 Lara Comi

Lara Comi

Milano, 12 giugno 2019 - Niente seggio al parlamento europeo per Lara Comi. La deputata uscente di Forza Italia al centro dell’inchiesta sulle tangenti in Lombardia fa un passo indietro. «Ringrazio il presidente Berlusconi che durante l’incontro di mercoledì scorso mi ha più volte invitato a proseguire nella mia attività politica», ha detto. «Nonostante questo - ha aggiunto Comi - gli ho comunicato la mia decisione irrevocabile di essere libera da ogni incarico politico perché voglio difendermi dalle accuse senza l’immunità parlamentare». Comi deve rispondere di finanziamento illecito per aver ricevuto, secondo i pm di Milano, 31mila euro dall’industriale bresciano e presidente della Confindustria Lombarda Marco Bonometti, anche lui indagato.

A Bonometti, in particolare, la Procura contesta una fattura da 31mila euro emessa dalla Omr holding, di cui è presidente. Denaro versato alla Premium consulting srl, di cui è socia anche Comi. Altre consulenze “sospette” sarebbero arrivate anche da Afol. 

A mettere nei guai Comi ci avrebbe pensato anche il suo addetto stampa, il giornalista Andrea Aliverti. Sentito dagli inquirenti, ha raccontato che il ‘ras’ dei voti di Forza Italia a Varese, Nino Caianiello, e il coordinatore locale Carmine Gorrasi, dopo un recente aumento di stipendio, gli avrebbero chiesto di retrocedere parte del suo compenso. Richiesta di cui Comi sarebbe stata a conoscenza.

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