Tangenti in Atm: Bellini è in carcere, ma faceva tutto da solo?

Mentre il gip decide sulla permenenza in cella del funzionario accusato di corruzione, nella municipalizzata sale la temperatura

Il presidio della Lega davanti alla sede di Atm in Foro Buonaparte

Il presidio della Lega davanti alla sede di Atm in Foro Buonaparte

Milano, 28 giugno 2020 -  «Non c’è problema... tu sei il padrone..." gli dicevano al telefono. Mentre Paolo Bellini, il 54enne funzionario Atm arrestato per corruzione attende in queste ore la decisione del gip Lorenza Pasquinelli sulla sua permanenza in carcere dopo l’interrogatorio di convalida, all’interno dell’Azienda trasporti milanese il clima non è dei migliori.

Davvero il responsabile dell’Unità segnalamento, per quanto a capo del settore da tanti anni, può aver messo lo mani su almeno 8 gare per appalti pubblici indette solo negli ultimi tempi da Atm senza che nessuno lo aiutasse o per lo meno chiudesse gli occhi per non vedere? Nell’unico faccia a faccia con il giudice, tre giorni fa, Bellini si è preoccupato solo di circoscrivere e minimizzare il perimetro delle sue responsabilità. Ma chi può scommettere che presto non potrà cambiare strategia allargando il cerchio? "Tu sei il padrone" lo adulava al telefono Sergio Vitale, formalmente ai vertici della società IVM srl che per Atm aveva lavorato nei subappalti ma che in realtà faceva capo proprio al socio occulto Bellini. Ma il potere del funzionario era tentacolare in azienda. 

Esempio. "Ma sono così sporchi i cassonetti?". "Mamma mia! La lanella ovunque, non li hanno proprio aperti". "Non lo sapevano che dovevano aprirli?" "Nella checklist c’e scritto. “Aprire cassonetti e pulire tutto”. Evidente. Non li hanno proprio toccati".  Quando un suo collega mandato una contestazione all’azienda protetta dal Bellini socio occulto perché lavora male, lui subito da un lato copre le carenze prendendosela con chi ha rilevato la sporcizia ( "Prima di scrivere queste cose parliamone"), dall’altra però se la prende anche con la “sua“ ditta per paura di essere scoperto: "Siccome sulle porte ci intervengono anche altri reparti", nessuno deve mettere a verbale che "non sono state fatte". Il gip Pasquinelli scrive: "Nei casi in cui il controllo viene invece affidato solo al proprio reparto", allora l’IVM “di“ Bellini "può permettersi di lavorare con superficialità". 

Intanto nelle prossime ore arriveranno anche le risposte del giudice alle prime richieste di scarcerazione da parte di alcune delle persone finite in manette martedì insieme a Bellini perché suoi presunti complici o interlocutori. Al termine degli interrogatori di garanzia, infatti due degli indagati, Gerardo Ferraioli, senior project manager, ora sospeso, di Engineering Informatica spa, (che si avvalso della facoltà di non rispondere) e Federico Carpita, ex sales manager di Alstom Ferroviaria, hanno chiesto al gip Pasquinelli una misura meno afflittiva di quella del carcere. Davanti al giudice, oltre a Carpita, si sono invece difesi Spiridione Buchagiar, il professionista ritenuto uomo di Bellini, e Giovanni Rizzi, anche lui all’epoca dei fatti contestati manager di Engineering Informatica. Anche Vitale amministratore unico della Ivm,quello che a Bellini diceva "tu sei il padrone", ha chiesto i domiciliari.

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