Tangenti in Lombardia, anche Amsa e altre società nel mirino

Verso l’iscrizione nel registro degli indagati contestando la legge sulla responsabilità amministrativa

Amsa in servizio

Amsa in servizio

Milano, 21 maggio 2019 - La Procura sta valutando di iscrivere a breve nel registro degli indagati nella maxi inchiesta su un sistema di tangenti e appalti e nomine pilotate anche alcune società coinvolte, tra cui l’Amsa, l’azienda che si occupa di rifiuti, e altre aziende partecipate, contestando la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti (legge 231 del 2001). Nell’indagine, che il 7 maggio ha portato a 43 misure cautelari, sono finiti in carcere, infatti, tra gli altri, il responsabile operativo dell’azienda milanese Mauro De Cillis e il dipendente e sindacalista Sergio Salerno. Ieri, nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci e dai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri, gli interrogatori si sono concentrati proprio sul capitolo degli appalti truccati, stando alle indagini, indetti dall’Amsa ed è stata ascoltata per ore una persona ai vertici dell’azienda.

Nell'inchiesta, infatti, sono indagati anche Giovanni Scarioni «capo acquisti di Amsa», Piero Sergio Arrigo, «responsabile della «funzione contrattualisticà della società», e anche Gian Paolo Riva, altro dipendente dell’azienda, finito ai domiciliari. Secondo le indagini, sarebbe stato l’imprenditore Daniele D’Alfonso (a lui contestata anche l’aggravante di aver favorito la ‘ndrangheta), finito in carcere per associazione a delinquere assieme, tra gli altri, al presunto «burattinaio» del sistema Gioacchino Caianiello, a «intessere una rete relazionale con i primari vertici politici regionali ed interni ad Amsa spa, società facente parte del gruppo A2A spa, preposta alla fornitura, sul territorio milanese, dei servizi pubblici ambientali». E lo avrebbe fatto per «assicurarsi l’aggiudicazione di gare pubbliche».

Domani sarà interrogato ancora una volta proprio il braccio destro di D’Alfonso, anche lui in carcere e già sentito per due volte dai pm su uno dei tanti filoni dell’indagine, quello appunto sugli appalti Amsa. Mentre anche Caianiello ha già depositato ricorso al Riesame, contestando in particolare la competenza territoriale di Milano ad indagare ed indicando che i magistrati legittimati sarebbero, a dire della sua difesa, quelli di Busto Arsizio (Varese). Oggi si aprirà la prima udienza al Riesame per Gian Maria Radaelli, destinatario di un obbligo di firma. Altri Riesami già fissati tra giovedì (Pietro Tatarella e Marcello Pedroni) e venerdì (Giuseppe Zingale, Alessandro Petrone, Andrea Grossi e Renato Napoli).

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