Tangenti in Lombardia, Altitonante interrogato da gip: "Non ho preso soldi illeciti"

Per la difesa del consigliere non c'è "alcuna mazzetta da 20mila euro"

Fabio Altitonante

Fabio Altitonante

Milano, 10 maggio 2019 -  È stato interrogato stamattina al palazzo di giustizia di Milano Fabio Altitonante, il consigliere lombardo di FI arrestato nella maxi inchiesta che martedì scorso ha portato a 43 misure cautelari per un presunto giro di mazzette, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti.  Altitonante, accusato di corruzione e finanziamento illecito, è stato interrogato dal gip Raffaella Mascarino che per oggi ha fissato interrogatori per altri sette indagati finiti ai domiciliari. Tutti gli interrogati in carcere nei giorni scorsi, compreso il candidato alle Europee Pietro Tatarella e il presunto 'burattinaio' del sistema Gioacchino Caianiello, non hanno risposto alle domande del giudice. Ieri, invece, un imprenditore sentito dai pm ha iniziato a collaborare ed è stato indagato per corruzione.

 Altitonante non ha ottenuto "soldi né come corruzione né come finanziamento illecito". Lo ha detto il legale del consigliere lombardo avvocato Luigi Giuliano. Per la difesa  non c'è "alcuna mazzetta da 20mila euro" e i 25mila euro contestati come finanziamento illecito "non erano riferiti alla sua campagna elettorale", ma a quella di "un altro candidato". Quello che viene contestato dai pm come un finanziamento illecito da 25mila euro "è in realtà un finanziamento regolare e dichiarato, ma non per me, per la campagna elettorale di Pietro Tatarella". Da quanto si è saputo, Altitonante ha sostenuto davanti al gip che quei 25mila euro, versati dall'imprenditore Daniele D'Alfonso, anche lui arrestato nell'inchiesta, sarebbero stati dichiarati nella campagna elettorale per le Politiche dello scorso anno del compagno di partito Tatarella. E con quei soldi quest'ultimo avrebbe organizzato un evento di comici e avrebbe fatto anche un volantino nel quale, oltre al voto per lui, si promuoveva anche quello per Altitonante, che in quel momento era candidato alle Regionali. Nell'imputazione sul finanziamento illecito viene contestato a D'Alfonso, Tatarella e Luigi Patimo, anche lui arrestato, di aver erogato ad Altitonante per le Regionali del marzo 2018 "un contributo economico di complessivi euro 25mila in assenza della prescritta delibera da parte dell'organo sociale competente e senza annotare l'elargizione nel bilancio d'esercizio".

Per la difesa, però, quei soldi erano entrati nella campagna elettorale di Tatarella, che era il "mandatario elettorale" di Altitonante. Per la campagna di Altitonante, tra  l'altro, secondo la difesa, erano entrati oltre 70mila euro e ne sono avanzati circa 13mila euro e, dunque, sempre secondo la difesa, non si capisce perché Altitonante avrebbe dovuto richiedere illecitamente altri 25mila euro. Tra l'altro, Altitonante è anche accusato di corruzione per aver ricevuto da D'Alfonso 20mila euro "al fine di far ottenere il rilascio del permesso a costruire relativamente ad un immobile di proprietà della moglie di Patimo". Altitonante ha sostenuto, però, che non avrebbe fatto alcuna pressione per quella pratica edilizia (è indagato un dirigente comunale), ma che il suo sarebbe stato solo un "mero interessamento" e che non avrebbe ricevuto mazzette. Per Altitonante, che si è dimesso da sottosegretario regionale all'Area Expo, il difensore ha chiesto la revoca dei domiciliari.

Anche Luigi Patimo, accusato di corruzione  per essere stato, secondo l'accusa, il "reale finanziatore" di 20mila euro versati ad Altitonante per sbloccare una pratica edilizia, ha deciso di rispondere alle domande del gip . "Ha respinto le accuse, fornendo tutti i chiarimenti", hanno spiegato i suoi legali, gli avvocati Guido Alleva e Francesco Paolo Sisto. "Ha chiarito la sua posizione su tutti gli aspetti, ha respinto tutti gli addebiti", hanno aggiunto i legali. Per la difesa, la misura cautelare "non è giusta" e i legali si sono riservati "di integrare la documentazione" e di fornirla al giudice, in vista probabilmente di una richiesta di revoca dei domiciliari. Intanto, proseguono gli interrogatori davanti al gip. 

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