Furto in villa Ecclestone, un’altra confessione

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La banda degli uomini d’oro può concedersi qualche cedimento. Anche Alessandro Maltese, 44enne lombardo in carcere a Londra con l’accusa di aver partecipato al furto del secolo nella villa delle modella Tamara Ecclestone, ripulita di gioielli e contanti per quasi 30 milioni di euro, sarebbe pronto a cambiare linea e confessare. Atteso domani nell’aula della Corte britannica dove finora si è dichiarato non colpevole - rischiando in quel modo una condanna che può arrivare a 14 anni di carcere - ora dovrebbe invece ammettere di aver preso parte al colpo milionario, vedendosi però derubricare l’accusa da promotore a semplice partecipante del furto aggravato. Di conseguenza Maltese, difeso dagli avvocati Riccardo Mariconti e Patrizio Nicolò, rischierà al massimo otto anni di carcere. La stessa scelta ha già fatto nei giorni scorsi, del resto, l’altro italiano Alessandro Donati, 43enne complice e amico di Maltese, difeso dall’avvocato Angelo Pariani e già comparso davanti ai giudici inglesi.

Il cerino acceso resterà così nelle mani del terzo uomo in cella a Londra con le stesse accuse ma estradato per ultimo, l’italiano di origine sinti Jovan Jovanovic, 23enne ma già con un bel curriculum al suo attivo . Fra l’altro, è uno dei quattro truffatori che a metà settembre raggirarono una coppia tedesca che voleva ristrutturare un castello in Germania. Un colpo da 480mila euro per due eleganti “intermediari“ (fra cui Jovanovic) che avevano attirato a Roma in un hotel di lusso i ricchi proprietari con la promessa di metterli in contatto coi restauratori e che, con la scusa di verificare l’entità dell’acconto consegnato dalla coppia, sostituirono le banconote buone con altre false.

Tornando al furto Ecclestone, Jovanovic si presenterà il 7 maggio davanti ai giudici che un paio di mesi fa hanno assolto la coppia che la City Police accusava di essere i basisti del colpo del secolo: la romena Maria Mester, che aveva pure postato un selfie con due orecchini della Ecclestone e suo figlio Emil Savastru, che aveva affittato con Airbnb l’alloggio per la banda nei giorni di metà dicembre 2019. La Corte ha creduto a Mester che ha giurato di essere solo una “escort“ ingaggiata da un cliente gentile per una vacanza ben pagata nella capitale inglese (quegli orecchini, ha detto, erano un suo regalo). E Mester, in effetti, ripartì dalla capitale inglese insieme all’ultiimo uomo della banda, l’imprendibile Daniel Vukovic.

Origini sinte, nazionalità croata ma residente in Italia, Vukovic risulta essersi imbarcato iniseme a Mester con bagaglio su un volo da Londra per Belgrado il 18 dicembre dell’anno scorso e le sue tracce si perdono in Serbia. Potrebbe essere lo stesso uomo, identificato con decine di alias, ricercato da tempo dalla polizia italiana perché ritenuto autore, negli anni, di altri furti in dimore importanti come quella della vedova Trussardi, furto avvenuto nel 2010 in piazza Duse a Milano. Per la polizia, spesso “Vukovic“ (come Jovanovic) si faceva vedere nel campo rom di via Monte Bisbino, ma da un anno e mezzo non si sarebbe più mosso dalla capitale serba senza farsi prendere. Forte, probabilmente, anche del bottino da 25 milioni di sterline che finora è rimasto introvabile. Ce n’è abbastanza, in effetti, per il docufilm sulla banda degli uomini d’oro che la Bbc ha annunciato di voler girare prossimamente.