Super Green pass nello sport: il 12% ha appeso le scarpe al chiodo

I dati di Uisp Lombardia: vivai a rischio. La lettera-appello: "Non decidono i ragazzi, non penalizziamoli"

Ginnastica artistica in una palestra

Ginnastica artistica in una palestra

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano

Milano -  Il 12,4 per cento dei ragazzi dai 12 anni in su, in Lombardia, ha abbandonato lo sport perché senza super Green pass. A stilare un primo bilancio dell’effetto delle normative sullo sport di base è la Uisp regionale, Unione Italiana Sport Per tutti. Le assenze si notano dal calcio alla ginnastica, sino al nuoto. "Dispiace vedere le scarpe appese al chiodo, nonostante la passione dei ragazzi, e non è giusto perché non sono neppure loro a decidere ma le famiglie – scuote la testa Geraldina Contristano, presidente di Uisp Lombardia –. Ci sono interi ’vivai’ che sono spariti ed è stata cancellata la battaglia per gli stili di vita sani che avevamo fatto fin qui". Così ha preso in mano carta e penna per scrivere una lettera aperta e chiedere un cambio di passo.

«È una situazione penalizzante sotto vari profili – continua Contristano, che è anche insegnante –. Si rischia una sorta di ’ghettizzazione’. Parliamo di ragazzini, non di adulti. Alcuni proprietari di impianti hanno scelto la via della disobbedienza, non è la strada giusta anche se è una situazione che non si può non prendere a cuore. Riaprono le discoteche e altre attività, giustamente, e continuiamo a penalizzare i ragazzi? Il disagio è evidente, lo leggiamo nei fatti di cronaca. Lo sport è un modo per incanalare le energie, per aiutarli. E le ricadute le vedremo negli anni". Ne risente lo sport competitivo - in frenata dopo la spinta delle Olimpiadi e degli Europei - aumentano le tensioni con le famiglie.

"Alcuni se la prendono anche con noi, ci danno dei ’complici’, ci chiedono azioni importanti – ricorda la presidente di Uisp Lombardia –, ma per noi per ora è legge. Il silenzio assordante su queste tematiche è quello che mi angoscia di più, dopo i lockdown dello sport non giustificati visto che i protocolli erano stringenti e applicati con rigidità". Cita lo studio “Covid-19 e attività sportiva in età giovanile” realizzato con Ieo, l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano: "Il numero di positivi è stato addirittura superiore in chi non ha mai praticato sport durante la pandemia (12%), rispetto a chi si è allenato (9%) – ricordano da Uisp –. Il benessere psicologico di bambini e ragazzi è stato valutato attraverso una serie di questionari a cui hanno risposto i genitori per i più piccoli e i ragazzi dagli 11 anni in su. I risultati hanno evidenziato un più alto benessere psicologico per chi si è allenato almeno due volte a settimana". Lo stop forzato si riflette anche sull’obesità infantile, in aumento. "Lo sport deve rimanere strumento imprescindibile nella vita di ogni giovane cittadino – chiude Contristano –. Privare anche un solo ragazzo o una sola ragazza della possibilità di praticare sport in sicurezza è un attentato alla libertà".