di Paolo Mattelli Potrebbe riguardare la questione Cave di Casorezzo uno dei primi fascicoli che il futuro governatore di Regione Lombardia potrebbe trovarsi sul tavolo il giorno dopo la sua elezione alla guida del Pirellone. Il prossimo 14 febbraio a sole 24 ore dalla chiusura delle urne, il Tar lombardo dovrebbe esprimersi sull’ennesimo ricorso presentato dalle Amministrazioni locali in merito alle nuove autorizzazioni concesse da Città Metropolitana lo scorso mese di agosto. Mentre i lavori proseguono senza sosta per approntare l’area destinata a raccogliere 60.000 metri cubi di rifiuti non pericolosi provenienti da siti contaminati, i comitati antidiscarica non vogliono darsi per sconfitti e proseguono la loro attività di monitoraggio. "Inascoltati i nostri appelli a un ripensamento sul futuro delle Cave di Casorezzo da parte di Regione e da Città Metropolitana – spiega Eleonora Bonecchi del comitato Antidiscarica – non ci resta che confidare nella giustizia amministrativa per una soluzione a noi favorevole".  La storica oppositrice ai rifiuti in via per Busto Garolfo, ne ha per tutti sia per il centro-sinistra che governa palazzo Isimbardi sia per il centro-destra alla guida della giunta regionale lombarda.  "Non voglio addentrarmi nelle questioni politiche – prosegue Eleonora – ritengo però che il prossimo presidente di Regione Lombardia dovrebbe prendere in considerazione due aspetti. Il primo riguarda una maggiore attenzione alle periferie, la tutela ambientale del territorio deve passare anche per i comuni della cintura milanese, è giusto la Grande Milano ma è importante che queste scelte non ricadano sui comuni del comprensorio. In secondo luogo sarebbe opportuno dare più voce ai sindaci che governano le amministrazioni periferiche, da loro potrebbero arrivare suggerimenti importanti. Non è un’affermazione banale, basti pensare alla questione Cave, i sindaci hanno una visione più ampia della situazione e delle conseguenze che da essa potrebbero derivare".  Il prossimo 4 febbraio si terrà nella sala polifunzionale di Casorezzo un’assemblea pubblica per fare il punto sugli interventi da mettere in campo per sensibilizzare ancora una volta la popolazione sulla questione. "Noi abbiamo fatto tutto il possibile in 21 anni, adesso tocca alla giustizia amministrativa fare il suo corso. Sapremo chi avrà vinto questa lunga battaglia. Noi, i cittadini, i sindaci oppure la Solter".

Cronaca

di Paolo Mattelli
Potrebbe riguardare la questione Cave di Casorezzo uno dei primi fascicoli che il futuro governatore di Regione Lombardia potrebbe trovarsi sul tavolo il giorno dopo la sua elezione alla guida del Pirellone. Il prossimo 14 febbraio a sole 24 ore dalla chiusura delle urne, il Tar lombardo dovrebbe esprimersi sull’ennesimo ricorso presentato dalle Amministrazioni locali in merito alle nuove autorizzazioni concesse da Città Metropolitana lo scorso mese di agosto. Mentre i lavori proseguono senza sosta per approntare l’area destinata a raccogliere 60.000 metri cubi di rifiuti non pericolosi provenienti da siti contaminati, i comitati antidiscarica non vogliono darsi per sconfitti e proseguono la loro attività di monitoraggio. "Inascoltati i nostri appelli a un ripensamento sul futuro delle Cave di Casorezzo da parte di Regione e da Città Metropolitana – spiega Eleonora Bonecchi del comitato Antidiscarica – non ci resta che confidare nella giustizia amministrativa per una soluzione a noi favorevole".
 La storica oppositrice ai rifiuti in via per Busto Garolfo, ne ha per tutti sia per il centro-sinistra che governa palazzo Isimbardi sia per il centro-destra alla guida della giunta regionale lombarda.
 "Non voglio addentrarmi nelle questioni politiche – prosegue Eleonora – ritengo però che il prossimo presidente di Regione Lombardia dovrebbe prendere in considerazione due aspetti. Il primo riguarda una maggiore attenzione alle periferie, la tutela ambientale del territorio deve passare anche per i comuni della cintura milanese, è giusto la Grande Milano ma è importante che queste scelte non ricadano sui comuni del comprensorio. In secondo luogo sarebbe opportuno dare più voce ai sindaci che governano le amministrazioni periferiche, da loro potrebbero arrivare suggerimenti importanti. Non è un’affermazione banale, basti pensare alla questione Cave, i sindaci hanno una visione più ampia della situazione e delle conseguenze che da essa potrebbero derivare".
 Il prossimo 4 febbraio si terrà nella sala polifunzionale di Casorezzo un’assemblea pubblica per fare il punto sugli interventi da mettere in campo per sensibilizzare ancora una volta la popolazione sulla questione. "Noi abbiamo fatto tutto il possibile in 21 anni, adesso tocca alla giustizia amministrativa fare il suo corso. Sapremo chi avrà vinto questa lunga battaglia. Noi, i cittadini, i sindaci oppure la Solter".

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Il giorno dopo la chiusura delle urne è atteso il verdetto sul ricorso sulla maxi-area destinata ai rifiuti . Intanto i comitati antidiscarica non vogliono darsi per vinti e proseguono l’attività di monitoraggio

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