Due agenti di polizia sono stati indagati come atto dovuto nell’ambito dell’indagine sulla morte di un algerino di 43 anni che il 23 agosto scorso si è impiccato all’interno di una delle 4 camere destinate ai fermati senza documenti e in attesa di identificazione in Questura di Milano. Gli inquirenti hanno sottolineato che si tratta di un atto a garanzia dei due poliziotti necessario per ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto. L’uomo, fermato nel quartiere di Porta Venezia domenica mattina scorsa per un furto su auto assieme a un marocchino di 23 anni, una volta entrato nella sala d’attesa che precede il fotosegnalamento si è tolto la vita creando un cappio con la propria maglietta. Le telecamere di sorveglianza hanno filmato tutta la scena. L’iscrizione nel registro degli indagati da parte del pm Paola Pirotta è una decisione tecnica avvenuta dopo l’esame attento dei video. L’algerino aveva molti precedenti e ben 11 alias differenti, cosa che rende complicata la sua precisa identificazione. L’autopsia, fissata per domani, servirà per capire il tempo si soffocamento e chiarire se ci fosse qualche possibilità di salvarlo. Da quanto è stato riferito una volta arrivato negli uffici di via Fatebenefratelli il 43enne non aveva dato alcun segnale che potesse destare allarme.
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