Dal Monte Stella al Naviglio: la lunga scia di violenze sulle donne sole e indifese

Sbandati, seriali, irregolari: purtroppo non sempre il responsabile è stato individuato Intanto secondo la Questura aumenta il numero di denunce per violenze domestiche

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Milano - Pedinata, aggredita e violentata. Poi la minaccia: "Non chiamare nessuno". E la fuga. Questo succedeva il 15 luglio del 2020 al Monte Stella. Vittima, una 45enne che si è ritrovata senza scampo mentre portava a spasso il suo cane alle 18.15 nella zona della Montagnetta di San Siro in un tardo pomeriggio estivo, pieno di luce, in un parco molto frequentato. Ed è solo una delle violenze sessuali che negli ultimi due anni hanno scosso Milano.

Abusi avvenuti nelle aree verdi e anche in zone centralissime della città. Con le vittime che in più di un caso sono state soccorse da passanti. E non sempre gli stupratori sono stati poi individuati e fermati. Il caso di Locate Triulzi, dove ieri una donna di 40 anni è stata bloccata da uno sconosciuto e aggredita mentre faceva jogging, li fa tornare tutti in mente. Correva anche la donna che a fine ottobre del 2014 nel parco ex area Pozzi lungo il Naviglio Grande era stata aggredita e sfregiata da tre o quattro balordi.

A luglio di 2 anni fa, la polizia aveva passato al setaccio l’area del Monte Stella arrivando a un fermo di indiziato di delitto con l’accusa di violenza sessuale per Camara Ibrahim, senegalese di 24 anni irregolare in Italia e con precedenti per resistenza e interruzione di pubblico servizio. Individuato tra i balordi della zona che si rifugiavano nell’ex mercato comunale di via Isernia, poi riqualificato. A incastrarlo è stata la prova del dna. La donna, subito dopo il dramma, era stata soccorsa da un runner.

Un passante aveva invece aiutato una diciannovenne, studentessa fuori sede, la notte dello scorso 6 febbraio in viale Bligny. La ragazza era alla fermata del tram quando un ragazzo le si era avvicinato chiedendole, in inglese, l’accendino. "Io glielo davo, lui si accendeva la sigaretta e poi mi chiedeva se volevo andare a fumare nella via limitrofa", cioè via Rontgen. "Io accettavo", ha raccontato poi ai carabinieri la giovane. "Durante il tragitto gli dicevo che non volevo allontanarmi in quanto volevo prendere il tram. Lui non mi ascoltava e mi strattonava per portarmi più lontano".

Lui l’ha scaraventata sul cofano di una macchina rossa per violentarla. La ragazza è riuscita a divincolarsi mentre passavano due fidanzati che rincasavano. "Quando passavo, lei mi guardava dritto negli occhi e io intuivo che c’era qualcosa che non andava", metterà a verbale l’uomo della coppia. Tornato indietro fingendo di aver dimenticato qualcosa. L’uomo la soccorre e la porta al sicuro. Poi la chiamata al 112. Il presunto stupratore, 29enne marocchino Youssef Safieddine, verrà fermato il mese successivo dai carabinieri.

Soccorsa dai passanti in pieno centro (e di giorno) una studentessa di 22 anni, aggredita alle spalle in piazza Missori e poi picchiata, presa a calci e pugni da un uomo già arrestato nelle ore successive alla violenza. Un senzatetto romeno che l’ha lasciata parzialmente nuda in strada con evidenti lividi, soccorsa da alcuni passanti. Succedeva il 17 settembre del 2020. Il romeno avrebbe adocchiato la ragazza e poi atteso che lei passasse, per aggredirla alle spalle e trascinarla a terra. Lui ha cominciato a strapparle i vestiti, poi i pugni, i calci e la violenza. Qualcuno, per fortuna, ha sentito le urla e ha messo in fuga l’aggressore. Poi l’intervento della polizia locale che si trovava in zona con due pattuglie e ha arrestato il balordo. E queste raccontate sono solo alcune storie. Dalla Procura, l’allarme sull’aumento di violenza e dei casi di stupro è stato lanciato più volte. E la Questura ha segnalato due giorni fa in una nota che negli ultimi 4 anni c’è stato "un decremento delle denunce per maltrattamenti ed atti persecutori, rispetto a un aumento registrato delle violenze sessuali".

 

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