Striscione fascista a Milano: a processo ultrà della Lazio

Srotolarono un manifesto che inneggiava a Mussolini in piazzale Loreto, bloccando il traffico e facendo saluti romani

Il 24 aprile dello scorso anno il blitz alla vigilia della festa della Liberazione

Il 24 aprile dello scorso anno il blitz alla vigilia della festa della Liberazione

Milano, 27 novembre 2020 - Esposero uno striscione in onore di Mussolini alla vigilia del 25 aprile, proprio a due passi da piazzale Loreto. Ora sono stati mandati a processo per manifestazione fascista il capo degli "Irriducibili" della curva della Lazio Claudio Corbolotti, 54 anni, e altri ultrà biancocelesti protagonisti del blitz del 24 aprile 2019, nel quale alcune decine di ultras laziali esposero uno striscione in onore di Benito Mussolini gridando più volte il "presente" e facendo saluti romani a due passi dalla piazza simbolo della Resistenza milanese e nazionale. Quel giorno bloccarono anche il traffico in piazzale Loreto, creando disagi e manifestarono sotto gli occhi di tutti i passanti anche utilizzando fumogeni.

Il dipartimento dell’ Antiterrorismo della Procura, guidato da Alberto Nobili, ha chiuso l’inchiesta coordinata dal pm Leonardo Lesti e condotta dalla Digos contestando ai laziali - che erano in trasferta per una partita della loro squadra contro il Milan - l’articolo 2 della legge Mancino a Corbolotti e ad altri ultras (quattro o cinque, quelli che sono stati individuati grazie ai filmati) e poi ha chiesto il rinvio a giudizio (deve essere fissata l’udienza preliminare). La Digos, poi, ha lavorato sulle immagini delle telecamere di sorveglianza, abbastanza chiare, inoltre ne erano presenti parecchie tra il piazzale e le vie limitrofe. le immagini hanno aiutato gli investigatori ad individuare alcuni degli ultrà coinvolti. Altri erano irriconoscibili perché i volti erano coperti da sciarpe e altri indumenti. Il capo ultrà della Curva Nord, personaggio più significativo del gruppo, quello che ha gridato il saluto fascista e organizzato il blitz nel luogo simbolo ha un pasato pesante. Ci sono sue tracce anche nel mondo della politica di estrema destra. In passato venne candidato dal Movimento sociale italiano alle amministrative del 1993. Nel 2004 fu poi arrestato per gli scontri avvenuti fuori dall’Olimpico durante il derby Roma-Lazio, quella partita fu sospesa a seguito della falsa notizia di un bambino ucciso da una camionetta della polizia e dell’invasione di campo dei capi ultrà tra cui Daniele De Santis, il romanista condannato anni dopo per l’omicidio del tifoso napoletano Ciro Esposito avvenuto nel maggio 2014 prima della partita Fiorentina-Napoli.

Dopo questi episodi di cronaca nera che vedono Corbolotti personaggio di primo piano, c’è anche un aspetto politico, sempre di primo piano, da considerare. Corbolotti è noto anche per aver fatto parte della segreteria di Antonio Lucarelli, ex portavoce romano di Forza Nuova e nominato capo della segreteria dell’allora sindaco Gianni Alemanno. Quest’ultimo, alle interrogazioni parlamentari sulla questione, rispose così: "Rifiuto la logica per cui chi ha precedenti debba avere una condanna a vita e non possa più lavorare" 

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