Strage di piazza Fontana, sono 53 anni. E i cortei come sempre due

Domani la commemorazione della strage con i familiari delle vittime e le autorità

Strage di piazza Fontana

Strage di piazza Fontana

Milano - Saranno 53 domani gli anni trascorsi dalla strage di piazza Fontana, la bomba alla Banca nazionale dell’Agricoltura che uccise diciassette persone - ma l’associazione dei loro familiari è concorde nel ritenere Giuseppe Pinelli, il ferroviere anarchico precipitato tre giorni dopo, in circostanze mai chiarite, da una finestra del quarto piano della Questura di Milano dov’era trattenuto illegalmente, la diciottesima vittima innocente dell’attentato terroristico organizzato dai neofascisti di Ordine nuovo - e inaugurò la "strategia della tensione che tante altre vittime innocenti doveva mietere – ricorda Roberto Cenati, il presidente della sezione milanese dell’Anpi –, e che aveva come obiettivo quello di minare le basi del nostro sistema democratico e di colpire a morte la Repubblica nata dalla Resistenza e fondata sulla Costituzione". Quel giorno e negli anni successivi, "Milano e l’Italia hanno corso un pericolo gravissimo".

E in piazza Fontana, alle 16.37 che è l’ora dell’esplosione che lasciò a terra anche gli 88 feriti del più grave dei ben cinque attentati dinamitardi organizzati quel giorno in meno di un’ora tra Milano e Roma, si tornerà anche domani a commemorare, come ogni anno, i morti e i feriti del 12 dicembre 1969, e a ricordare il dolore dei loro familiari, il trauma della città e del Paese, la lunga ricerca di una verità storica solo parzialmente raggiunta per via giudiziaria, senza avere giustizia. Come ogni anno ci sarà un corteo, che partirà da piazza Scala per concludersi davanti alla Banca nazionale dell’Agricoltura con la deposizione delle corone. Alla cerimonia, fa sapere l’Anpi di Milano, prenderanno parte dal palco il sindaco Giuseppe Sala, il segretario della Uil di Milano e Lombardia Enrico Vizza, il presidente del Comitato permanente antifascista Cenati, la studentessa Giorgia Anfossi e Federico Sinicato, presidente dell’Associazione familiari e vittime di Piazza Fontana.

Come ogni 12 dicembre , oltre alla manifestazione dei familiari delle vittime, degli antifascisti e delle autorità ne sarà organizzata una "contro" dei collettivi e dei centri sociali. Il Galipettes Occupato ha annunciato sulle sue pagine social che sfilerà da via Palestro alle 18, "con uno spezzone di solidarietà ad Alfredo Cospito", al grido "le stragi le fa lo Stato e noi siamo solidali con chi lo attacca". Il 55 enne, infatti, è un anarchico ma non è innocente: è stato condannato in un’inchiesta per una serie di attentati con ordigni e plichi esplosivi e per la gambizzazione dell’ad dell’Ansaldo Nucleare nel 2012, mentre per due bombe piazzate in cassonetti in strada vicino alla Scuola allievi carabinieri di Fossano, che non causarono vittime, la Cassazione ha riqualificato il reato in "strage politica" ma la Corte d’Appello ha rinviato alla Corte Costituzionale la decisione sulla concessione di attenuanti che gli eviterebbero l’ergastolo ostativo. Cospito è detenuto a Sassari da oltre dieci anni ed è il primo anarchico al quale è stato applicato, da aprile scorso, il regime di 41 bis, perché continuerebbe a tenere i legami col suo gruppo all’esterno del carcere. Dal 20 ottobre è in sciopero della fame (un mese fa si è unita la sua compagna Anna Beniamino, detenuta a Rebibbia), per chiedere l’abolizione dell’ergastolo ostativo e del 41 bis per tutti, inclusi i boss di mafia.