Strage di via Palestro, difesa di Tutino: "I morti furono incidenti di percorso"

L’avvocato Flavio Sinatra nell’arringa del processo a carico di Filippo Marcello Tutino di cui ha chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto dall’accusa di strage per avere partecipato all’attentato in cui, il 27 luglio 1993, persero la vita 5 persone

Il pm Paolo Storari in un'udienza del processo per strage di via Palestro a Tutino

Il pm Paolo Storari in un'udienza del processo per strage di via Palestro a Tutino

Milano, 26 giugno 2015 - “I morti di via Palestro furono un incidente di percorso”. Lo ha affermato l’avvocato Flavio Sinatra nell’arringa del processo a carico di Filippo Marcello Tutino di cui ha chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto dall’accusa di strage per avere partecipato all’attentato in cui, il 27 luglio 1993, persero la vita 5 persone. Il legale ha sostenuto la tesi dell’”incidente di percorso” per spiegare perche’, in subordine alla richiesta di ‘assoluzione per non avere commesso il fatto’, ha chiesto ai giudici della Corte d’Assise di derubricare il reato da ‘strage’ a quello di ‘morte o lesioni in conseguenza di un altro delitto’. “La strage - e’ il suo ragionamento - prevede il dolo specifico (cioe’ l’intenzione in questo caso di uccidere, ndr) che non sussiste dal momento che lo stesso Spatuzza aveva spiegato l’intenzione di danneggiare i monumenti da parte di Cosa Nostra ma non, in quella fase dell’offensiva mafiosa, di attentare alla vita delle persone”. Proprio le dichiarazioni a carico di Tutino da parte del pentito Gaspare Spatuzza hanno dato via all’indagine da cui e’ scaturito il processo, portando anche all’arresto di Tutino nel gennaio 2014. Il pm Paolo Storari, che ha chiesto la condanna all’ergastolo, ha voluto replicare all’arringa dell’avvocato Sinatra prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio.

Mettendo dell’esplosivo a Milano a luglio cosa pensava che succedesse, Tutino? Poi non poteva sapere se sarebbero morte cinque o dieci persone, ma dire che non mettesse in conto di ammazzare qualcuno e’ un insulto all’intelligenza”. I giudici emetteranno la sentenza “non prima delle 14,30”, come comunicato dal presidente del collegio, Guido Piffer. Anche Gaspare Spatuzza, sentito nel corso del processo come teste, aveva affermato che i morti in via Palestro, cosi’ come quelli della strage in via dei Georgofili a Firenze “furono un incidente di percorso perche’ l’obbiettivo erano i monumenti”. Tutino, in videocollegamento dal carcere di Opera, non ha voluto rendere dichiarazioni spontanee prima che i giudici entrassero in camera di consiglio.

Nella sua arringa, l’avvocato Sinatra ha evidenziato che il suo assistito, considerato dalla Procura il basista della strage, veniva ritenuto un “instabile” da parte dei Graviano che per un periodo lo punirono spostandolo da Palermo a Milano e dunque non aveva senso che fosse lui il prescelto per compiere azioni cosi’ delicate come quelle che l’accusa gli contesta. Secondo la tesi di Spatuzza invece a Tutino venne offerto un ruolo nell’attentato proprio per “riabilitarsi”. La Dda di Milano ritiene che Tutino abbia fornito un cruciale supporto logistico andando a prelevare alla Stazione Centrale Gaspare Spatuzza e Francesco Giuliano e partecipando al furto della Fiat poi fatta esplodere vicino al Padiglione di Arte Contemporanea. Per lui l’accusa e’ di strage con “finalita’ terroristica e di agevolazione di Cosa nostra” in concorso, tra gli altri, con Toto’ Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagraella, i fratelli Graviano, Spatuzza, Giuliano e il fratello Vittorio Tutino. 

(Agi)

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