Esplosione di via Brioschi. L’assessore: più tempo in residence per i casi critici

L'intervista a Rabaiotti: "Stiamo facendo di tutto per gli sfollati, anche se non abbiamo obblighi"

Il palazzo distrutto

Il palazzo distrutto

Milano, 24 luglio 2016 - Gabriele  Rabaiotti, assessore comunale alla Casa, come è possibile assegnare appartamenti senza cucina né letti né arredi alle famiglie che hanno perso tutto nell’esplosione di via Brioschi 65, come nel caso degli Albescu?

"Facciamo un passo indietro?".

Prego...

"Il condominio di via Brioschi è privato e non spetterebbe al Comune provvedere alle famiglie rimaste senza un tetto. Il Comune non ha alcun obbligo istituzionale. Mi chiedo dove sia finito l’amministratore del condominio e quali assicurazioni ci fossero sullo stabile e sugli appartamenti di proprietà. Rimarcato questo, il Comune non si è girato dall’altra parte, non è nel nostro stile. Abbiamo voluto offrire una soluzione che è, però, la nostra soluzione, è tutto quello che possiamo mettere in campo: alloggi popolari ristrutturati, concessi alle famiglie di via Brioschi nonostante ce ne siano 20mila in lista d’attesa".

Ma sono vuoti. Non c’è neanche un fornello. E una famiglia che ha perso tutto può non essere nelle condizioni di comprare subito l’arredo minimo.

"Sono alloggi popolari che il Comune, attraverso Metropolitana Milanese, non può che assegnare in questo modo. Non possiamo arredarli noi. Ma ripeto: li stiamo dando, per un tempo determinato, a famiglie alle quali abbiamo riconosciuto un particolare stato di bisogno benché abitassero in un condominio privato".

Perché non concedere a queste famiglie più tempo per organizzarsi. C’è chi è chiamato a scegliere in 5 giorni tra l’accettare un alloggio vuoto o il nulla perché la convenzione tra il Comune e il residence nel quale sono ospitati scade alla fine di luglio.

"Anche qui va fatta chiarezza. Le famiglie che il Comune sta ospitando in un residence a spese della collettività sapevano fin dall’inizio che tale soluzione sarebbe stata provvisoria. Lo sanno dal primo giorno in cui hanno preso possesso delle camere perché noi lo abbiamo chiarito immediatamente. E infatti ci sono famiglie che in questo mese sono riuscite a organizzarsi e hanno trovato autonomamente una soluzione. Poi ci sono altre famiglie che si sono mosse tardivamente, che fino a questa settimana non ci hanno fatto sapere quali fossero le loro intenzioni. È per questo che ora hanno pochi giorni per decidere e per organizzarsi".

Possiamo concedere a queste famiglie una proroga? Possiamo farle rimanere ancora qualche giorno in residence in modo abbiano più tempo per organizzarsi?

"Possiamo concedere loro di restare in residence 7 giorni in più del previsto, massimo 9, non oltre, dal momento in cui firmano il contratto con Mm e hanno in mano le chiavi dell’alloggio. Altro non si può proprio fare".

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