"Stop infortuni" L’appello ottiene solo due risposte

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La tragedia nel cantiere di via Spinola, dove venerdì è morto l’operaio 57enne Maurizio Geroso, intrappolato dentro il cestello elevatore e schiacciato contro un’architrave di cemento, arriva in un 2022 già iniziato nel peggiore dei modi. Il registro regionale degli infortuni mortali conta, a gennaio, altri due casi. Il 10 gennaio, a Novate Milanese, un operaio è stato colpito dalla benna di un escavatore in movimento ed è morto all’ospedale Niguarda. Due giorni dopo, un’altra tragedia a Besana Brianza. Un 50enne è rimasto schiacciato dal mini escavatore che stava manovrando e si è ribaltato.

"L’infortunato non indossava la cintura di sicurezza", si legge nel rapporto riportato nel registro regionale. Infortuni tutti accomunati da un fattore: sono avvenuti nel settore dell’edilizia, al centro di un boom provocato anche dai bonus ma con condizioni di lavoro ancora critiche. Enrico Vizza, segretario generale della Feneal-Uil Lombardia, il sindacato delle costruzioni, nelle scorse settimane aveva scritto una lettera-appello ai consiglieri regionali e ai politici lombardi, chiedendo misure concrete per prevenire gli infortuni. Le risposte, però, non sono fioccate. Se ne contano finora due, bipartisan: Gabriele Barucco (Forza Italia) e Matteo Piloni (Pd). "Mi hanno risposto – spiega il sindacalista – dicendo che per loro la sicurezza nei cantieri edili è una priorità". Poi, basta. Vizza a metà gennaio aveva incontrato anche l’assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia Riccardo De Corato, chiedendo attenzione sul tema.

Andrea Gianni

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