Accoltellamento in stazione Centrale, aggressore indagato per terrorismo

Si scava nella vita di Ismail Hosni. Sul profilo Facebook del 20enne trovato video dell'Isis. L'arrestato: "Mi dispiace per quello che è successo, ero arrabbiato"

Un frame del video della Polizia di Stato

Un frame del video della Polizia di Stato

Milano, 19 maggio 2017 - Ismail Tommaso Hosni, il giovane che ieri sera ha accoltellato due militari e un agente alla stazione Centrale di Milano, è indagato per terrorismo internazionale in un fascicolo aperto dai pm di Milano per fare accertamenti sul suo profilo Facebook e su un eventuale rete di relazioni. L'aggressione (QUI IL VIDEO) è avvenuta giovedì sera intorno alle 20: al vaglio l'ipotesi che l'aggressore, il venenne italo-tunisino Ismail Hosni, avesse contatti con l'ambiente del radicalismo islamico

Al momento gli unici elementi emersi in questo senso sarebbero quelli relativi al profilo Facebook. Il 24 settembre 2016, Hosni aveva postato sul suo profilo Facebook - che nel frattempo è stato oscurato - un video inneggiante all'Isis. La traduzione dall'arabo del commento del giovane che accompagna le immagini postate è "Il più bell'inno dell'Isis che abbia mai sentito in vita mia". Il giovane è comunque indagato per tentato omicidio per l'episodio di ieri. Nei prossimi giorni si terrà l'interrogatorio per la convalida dell'arresto. Stando al primo ritratto che se ne può tracciare, il giovane era privo di solidi riferimenti e viveva alla giornata. Gli ambienti in cui si muoveva più di frequente erano quelli di via Padova e la stazione Centrale. Era ben conosciuto agli agenti della Polfer che l'hanno fotografato più volte, documentando il mutamento del suo aspetto: prima vestito casual e sbarbato (come ancora appariva sul suo profilo Facebook), poi rasato, con lunga barba e abiti sobri, come si vede nella foto segnaletica nella quale sembra dimostrare più dei suoi 20 anni.

Colpisce, se accostata a questo cambiamento, la reazione rabbiosa verso gli agenti che potrebbe essere stata espressione di un rancore covato da mesi e andare al di là del fastidio per un controllo di routine. Infine, i video su Facebook che di per sé potrebbero significare solo un'esaltazione virtuale, se non letti in questa più ampia prospettiva. L'inchiesta, che finora come unico, reale elemento legato al terrorismo ha al suo attivo solo questi video, servira' ad accertare se Hosni si stesse fomentando da solo, al culmine del suo disagio esistenziale oppure se, magari in via Padova o in zona Stazione, avesse stretto relazioni con persone legate all'estremismo, forse negli stessi ambienti dello spaccio di droga in cui sono maturati i suoi primi guai con la giustizia. 

"SONO SOLO" - I legami sia con la madre, originaria di Foggia, sia col padre, di origine tunisina, da tempo si sono allentati. Sono in corso verifiche anche sulla sua eventuale esperienza lavorativa presso Mc Donald's, da lui indicata nel profilo Facebook. Parlando coi poliziotti che lo hanno fermato, ieri sera negli uffici della Polfer alla stazione, il giovane non avrebbe fatto alcun riferimetno all'Isis. "Sono solo e abbandonato", avrebbe detto Hosni. "Mi dispiace per quello che è successo, ero arrabbiato" avrebbe detto al suo legale, l'avvocato Giuseppina Regina, che è andata a trovarlo a San Vittore. Con lo "sguardo basso", come riferito dal legale, continuava a ripetere: "Nessuno mi ha aiutato". Il difensore chiederà al gip che disponga una perizia psichiatrica. 

Il furgone con a bordo il ragazzo arrestato alla Stazione di Milano
Il furgone con a bordo il ragazzo arrestato alla Stazione di Milano

 

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