"Stangata da 17 milioni per Milano"

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L’ultimo aumento dei biglietti Atm, nel 2019, era stato deciso dal Comune. Ma ora, "in un momento economicamente difficile per i cittadini, se avessimo potuto scegliere non avremmo deciso l’adeguamento Istat", sottolinea l’assessore comunale alla Mobilità Arianna Censi.

L’assessore Terzi afferma che le agenzie del Trasporto pubblico locale sono libere di decidere se applicare o meno gli aggiornamenti Istat. Cosa risponde?

"Non è vero: basta leggere la norma. Possono decidere il “come“, ma la cifra deve essere coperta. L’effetto economico della decisione è di circa 38 milioni per tutta la Lombardia, con una stima approssimativa in proporzione per la città di Milano che si aggira tra i 15 e i 17 milioni di euro. Deve essere chiaro che la Regione Lombardia ha deliberato l’adeguamento Istat sul costo del trasporto pubblico".

Ma quindi si è “obbligati“ a pagare quella cifra?

"Come emerso mercoledì all’incontro dell’agenzia di Bacino, la Regione avrebbe potuto decidere di intervenire compensando autonomamente l’aumento Istat, con fondi propri. Non lo ha fatto. Il Comune è obbligato, sì, a reperire questo incremento: può solo decidere su chi dovrà gravare".

Quindi si è scelto di sacrificare chi utilizza i mezzi pubblici occasionalmente?

"La scelta era tra gravare su tutti i cittadini, attraverso il bilancio del Comune, su tutti coloro che utilizzano il trasporto pubblico o su chi se ne serve saltuariamente. La terza era l’unica possibilità. L’intenzione è quella di rispondere a nuove esigenze, di intercettare le nuove abitudini, proponendo un abbonamento competitivo".

Il vicecapogruppo della Lega in Regione, Andrea Monti, sostiene che il tema sia stato da lei "imposto" all’incontro di mercoledì.

"Il punto era all’ordine del giorno. Io ho espresso una perplessità politica sul fatto che lui non volesse prendere una decisione".

M.V.

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