Stadio San Siro, sconto sull'affitto: Milan e Inter arrabbiate

Riduzione solo di 3,9 milioni sui 9,3 annuali. Braccio di ferro tra Milan e Inter e Comune

Uno progetti del nuovo stadio di San Siro

Uno progetti del nuovo stadio di San Siro

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  Alla fine lo sconto di 3,9 milioni di euro su 9,3 milioni di euro di canone annuo causa Covid è arrivato, ma le posizioni di partenza erano molto lontane. Tra il Comune, da una parte, e Milan e Inter, dall’altra, c’era diversità di vedute, ma stavolta non si parlava del futuro dello stadio di San Siro ma dell’affitto del Meazza, di proprietà dell’amministrazione comunale ma in gestione alle due società calcistiche. Già dall’ottobre 2020, in piena pandemia, I club chiedevano un maxi-sconto del canone da 9,3 milioni di euro all’anno perché l’emergenza Covid ha impedito l’accesso dei tifosi rossoneri e nerazzurri allo stadio nella seconda parte della stagione 2019-2020, ha impedito la vendita di abbonamenti e biglietti per tutta la stagione 2020-2021 e limita al 50% la capienza della Scala del calcio dall’inizio della stagione calcistica in corso. Le società calcistiche insistevano sul fatto che gli unici introiti a loro derivanti dall’affitto del Meazza sono relativi a biglietti e abbonamenti da vendere ai tifosi. Come dire che un San Siro a porte chiuse non vale un euro. Una tesi che puntava a ottenere un maxi-sconto sul canone, uno sconto vicino al 50% dei 9,3 milioni di euro che i club devono verrsa ogni anno a Palazzo Marino. Ma il Comune , in un documento firmato lunedì dai dirigenti del settore Sport Mario Almasio Andrea Zuccotti, ha fatto i conti in tasca ai club e ha elencato "tutte le voci di incasso derivanti più strettamente dall’utilizzazione dell’impianto sportivo: biglietti di ingresso; abbonamenti stagionali; incassi per pubblicità all’interno dello stadio; incassi derivanti da diritti televisivi, sia nazionali sia derivanti da partite internazionali; ricavi della società M-I Stadio srl connessi alla gestione dello stadio". La conclusione di Palazzo Marino sulla richiesta dello sconto, quindi, è stata la seguente: "Il raffronto degli incassi, come sopra definiti e come evidenziato nelle tabelle allegate al presente provvedimento, con la stagione 2018-19, ultima stagione di pieno utilizzo dell’impianto, fa emergere una percentuale di diminuzione degli stessi pari rispettivamente al 22,737% per la stagione 2019-20 e al 19,59% per la stagione 2020/21". In valori assoluti, una diminuzione del canone annuo pari rispettivamente a 2,1 milioni di euro per il 2019-20 e di 1,8 milioni di euro per il 2020/21. Mica bruscolini, ma una cifra comunque molto lontana dalle stime sulle perdite rossonerazzurre nelle due scorse stagioni funestate dal Covid: per l’Inter si parla di una perdita complessiva di 65 milioni di euro, per il Milan di poco meno. Uno sconto maggiore sull’affitto di San Siro avrebbe fatto comodo a entrambi i club, ma il Comune è stato inflessibile: il Meazza porta introiti anche a porte chiuse e senza tifosi. Uno sconto, comunque, era quasi obbligato. Perché la convenzione che regola i rapporti tra amministrazione e società sulla gestione dell’impianto recita testualmente: "L’eventuale limitazione, in occasione delle manifestazioni sportive, dell’utilizzo dello stadio e delle attività in esso svolte, per qualsiasi causa non imputabile a fatto o colpa delle concessionarie, protrattasi per un periodo superiore a 30 (trenta) giorni consecutivi, comporterà una riduzione in percentuale del canone annuo che sarà proporzionale alla riduzione degli incassi rispetto a quelli percepiti dalle concessionarie nell’ultimo anno contrattuale di pieno utilizzo".

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