Nuovo stadio della Roma, il sindaco Sala: "Soldi dai Parnasi? Tutto tracciato"

A Milano “non si usa” accettare appartamenti in regalo, ma neanche finanziamenti elettorali in cambio di favori. Lo ha chiarito il primo cittadino

Beppe Sala e Piefrancesco Maran

Beppe Sala e Piefrancesco Maran

Milano, 16 giugno 2018 - A Milano “non si usa” accettare appartamenti in regalo, ma neanche finanziamenti elettorali in cambio di favori. Lo ha chiarito il sindaco Giuseppe Sala, tirato in ballo, come l’assessore Pierfrancesco Maran nei giorni scorsi, nelle intercettazioni dell’inchiesta sulla costruzione del nuovo stadio della Roma che ha portato all’arresto dell’imprenditore Luca Parnasi e di altre otto persone. A Milano, però, ha chiarito ieri il primo cittadino, prima su Facebook e poi a margine di una conferenza stampa in Comune, «la politica non si fa condizionare». Secondo il costruttore, Sala doveva essergli grato per le donazioni fatte dalla sua famiglia a sostegno della campagna elettorale per le comunali del 2016, il sindaco però respinge con fermezza l’affermazione di Parnasi secondo cui «se alzo la cornetta lui mi risponde» e chiarisce che le donazioni sono state fatte nella massima trasparenza.

«Sono una persona educata – ha precisato Sala – e, di norma, rispondo alle telefonate che ricevo. Ma rimane il fatto che non ricordo di una conversazione telefonica con Parnasi e credo che la cosa sia facilmente verificabile». Un invito alla Procura a controllare nella massima trasparenza, dunque. Sala ha aggiunto di aver incontrato l’immobiliarista due volte: una in campagna elettorale, quando il Pd glielo aveva presentato come rappresentante di una famiglia «che ha sempre sostenuto la causa di sinistra», e l’altra per parlare del nuovo stadio del Milan. E anche il finanziamento di 50mila euro alla campagna dell’allora candidato del centrosinistra fatto da Maria Luisa Mangoni, madre di Luca Parnasi, è stato fatto «nella massima trasparenza, con modalità tracciabili e nel rispetto delle regole» ed «è stato inserito, come previsto dalle norme, nel rendiconto già depositato presso la Corte d’Appello e reso pubblico nel settembre 2016, a conclusione della campagna».

Per Sala, l’inchiesta Parnasi che ha coinvolto la Giunta, quando sono spuntate intercettazioni in cui veniva citato l’assessore all’Urbanistica Maran che avrebbe rifiutato di farsi corrompere in cambio di una villa, è «esemplare di come si possono fare le cose nel rispetto delle regole e di come la politica qui dimostra che non si fa condizionare». Tanto che il Comune ha detto no al sogno di Parnasi: costruire lo stadio del Milan nello scalo Farini. Martina Sandrini

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