Spunta la maxi discarica con montagne di bancali

Via Bonfadini, cumuli di rifiuti tra il campo nomadi e il muro dell’Ortomercato. I cittadini: "Sempre peggio. Accanto resta il cimitero di auto carbonizzate"

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di Marianna Vazzana

Potrebbe sembrare il set di un film. Dell’orrore. Cresce la discarica lungo la striscia di asfalto lungo via Bonfadini, a ridosso dell’Ortomercato e a pochi metri dall’ingresso del campo nomadi: accanto agli scheletri di auto carbonizzate che ormai fanno parte del paesaggio, al punto che quasi non ci si fa più caso, spuntano montagne di cassette di frutta svuotate e bancali di legno. Gettate da chi? Un modo per disfarsi dei materiali senza smaltirli lecitamente? I cittadini del quartiere segnalano che la situazione si è aggravata nelle ultime settimane: "Questa strada viene da anni utlilizzata come discarica dagli incivili. Ma ora si sta esagerando: ogni giorno crescono gli ammassi di cassette di legno e pallet". Non mancano ortaggi sparuti. A passarci di sera, viene il batticuore. "Non sembra neanche Milano. Qualcuno interverrà prima che la strada venga del tutto sommersa?", domandano gli abitanti. E resta fissa la presenza delle auto carbonizzate. "Un turn over continuo. Non si fa in tempo a rimuoverle, che ne spuntano altre". Macchine evidentemente cannibalizzate, senza sportelli, senza ruote, senza cofani. Prima smontate per recuperare i pezzi che servono e poi date alle fiamme. Lo scorso novembre avevamo contato diciotto scheletri in fila. E anche allora i cittadini del quartiere scuotevano la testa, sconsolati. "Vorremmo decoro e legalità".

Poco più di 4 mesi fa, era il 13 ottobre, un incendio aveva fagocitato veicoli di dubbia provenienza, presumibilmente rubati, facendo scattare l’allarme e il conseguente intervento dei vigili del fuoco. Da allora la situazione è peggiorata. Ora, non è chiaro se tra le carcasse di macchine in bella vista ci siano anche quelle di allora. "Purtroppo le officine improvvisate e i veicoli ammassati sono la normalità", sottolineavano sempre in autunno alcuni abitanti, che avevano anche raccontato “la strategia“ utilizzata in quella sorta di officina abusiva. "Solitamente vengono prelevati pezzi di auto all’interno del campo nomadi, dopodiché i veicoli vengono spostati fuori e bruciati per non lasciare tracce". Ora il dito è puntato sulla fila di auto annerite ma anche sulle montagne di cassette di legno e bancali. "Chi sono i responsabili? Sarebbe opportuno sistemare delle telecamere, sia per individuare i responsabili e sia per scoraggiare i “furbetti“. Ma intanto la discarica va rimossa. A spese, purtroppo, della collettività". I discorsi si estendono al “neo-Bonfadini“. È rimasto solo il campo nomadi regolare al civico 35, mentre la parte irregolare, al civico 38, era sparita il 4 maggio dello scorso anno, dopo lo smantellamento di baracche e villette in muratura. Le indagini della polizia locale avevano fatto affiorare l’esistenza di un’associazione a delinquere che riciclava illecitamente rifiuti e che aveva il suo quartier generale proprio in quell’area.

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