Milano, a lezione di Spritz con Roberto Pellegrini (papà di Federica)

Il padre della stella del nuoto è uno dei barman più esperti in Italia. Appuntamento martedì 11 ottobre alle 19.30 al Flores Cócteles in via Melloni 9

Spritz

Spritz

Milano, 7 ottobre 2022 - La storia dello Spritz, uno dei cocktail italiani più popolari al mondo, con Roberto Pellegrini, uno dei barman più esperti e noti d’Italia. Si proprio lui, il papà della "divina" Federica, sarà il protagonista della terza serata "Flores Drink Classic Night" martedì 11 ottobre alle 19.30 al Flores Cócteles in via Melloni 9 a Milano. Oggi formatore, ma per anni bar manager di altissimo livello a Venezia in alcuni dei più prestigiosi bar della città, dal Danieli al Florian, Pellegrini racconterà la genesi dello Spritz tra certezze e falsi miti, "lo Spritz in origine era semplicemente un vino bianco tagliato con acqua gasata. Stiamo parlando di fine '700, inizio '800, ovvero di quando il Regno Lombardo Veneto era in mano agli austriaci - racconta il barman - Per le truppe straniere il vino locale era troppo pesante, così si diffuse l'abitudine di correggerlo con l'acqua gasata".

Roberto Pellegrini
Roberto Pellegrini

Il papà della "regina del nuoto" è uno dei massimi conoscitori di questo cocktail semplicissimo, che dal 2011 fa parte della lista IBA (International Bartenders Association) con il termine di "spritz veneziano" che nella sua ultima edizione si è trasformato semplicemente in Spritz. La ricetta prevede: 9 parti di prosecco, 6 parti di Aperol e soda o seltz a piacimento. Ci sono anche ottime varianti come quelle con il Campari, il Cynar, il Rabarbaro o il Select. E' lo stesso Pellegrini a precisare come si è arrivata alla ricetta, "Solo dopo gli Anni Venti del secolo scorso si consolida l'usanza di macchiare lo Spritz con un po' di bitter o di amaro. Era una sorta di lusso, una variante che si faceva con quello che si aveva a disposizione. L’Aperol nasce nel 1919, il Campari nel 1920: prima si usavano prodotti come Rabarbaro e Bianco Sarti".

Roberto ha cominciato a lavorare dietro al bancone a 16 anni per aiutare un amico della mamma in un bar in Piemonte. La prima stagione fuori casa la fa a Rimini, a 18 anni, grazie a Gastone De Cal, un mito della miscelazione in quegli anni, capo barman al hotel Danieli. A 19 anni arriva al Florian. "Me ne sono andato a 35 anni, per passare prima al Danieli e poi al Gritti, tempio del lusso veneziano". Al bancone serve da bere a personaggi più celebri degli anni 2000, da Carolina di Monaco a Marta Marzotto, fino a Bono Vox. Oggi è formatore della scuola professionale Dieffe di Padova. La sua lezione fa parte di un calendario di appuntamenti organizzati dal Flores Cócteles un cocktail bar elegante e raffinato (collegato al ristorante argentino El Porteño Prohibido e incentrato sulla miscelazione classica) vera e proprio hub per l'insegnamento della cultura del bere miscelato. "La nostra aspirazione è quella di contribuire alla crescita della cultura dei cocktail classici e della storia della miscelazione. Dopo il periodo buio della mixology siamo stati travolti dalla Seconda Golden Age dei cocktail. Da allora, il livello del bere miscelato sia italiano che internazionale è cresciuto tantissimo. Il che è positivo, ma di contro, abbiamo assistito al boom dei 'signature drink', ovvero delle creazioni originali, dimenticando troppo spesso le ricette classiche. Che sono e devono essere sempre alla base di qualunque ricerca e innovazione. Ecco perché abbiamo deciso di investire nella promozione della cultura della miscelazione classica", spiega Sebastian Bernardez, promotore del progetto di Flores Cócteles insieme al fratello Alejandro Bernardez e Fabio Acampora.

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