Spese postali da record Milano in cima alla lista nera

Il capoluogo lombardo ha stanziato quasi 25 milioni di euro nel 2020. Fondazione Gazzetta Amministrativa assegna l’indice di rating C, il più basso

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Milano è il capoluogo di provincia che, in valori assoluti, ha la maggiore uscita per spese postali, raggiungendo nel 2020 la cifra record di 24.827.494,94 euro. A calcolarlo un report realizzato per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana, che, nell’ambito del progetto ‘Pitagora’, ha stilato una classifica dei costi sostenuti nel 2020 da Regioni e capoluoghi di provincia per il mantenimento dei loro uffici e delle loro strutture, con tanto di assegnazione di rating. Il Centro ricerche della Fondazione analizza tutti i dati finanziari ufficiali dell’ente pubblico in questione e attraverso algoritmi di ricerca scientifica individua potenziali sprechi, ovvero spese critiche nei conti pubblici.

Le spese dell’ente in relazione alle singole voci vengono confrontate con il benchmark di riferimento e, a seconda dei livelli di scostamento di spesa individuati, si parla di ‘performance positiva’ (quando la spesa è inferiore o uguale alla media), ‘scostamento lieve’ (quando la spesa è compresa tra la spesa media e il 30% in più), ‘scostamento considerevole’ (quando la spesa è compresa tra lo scostamento lieve e il 100% in più), ‘spesa fuori controllo’ (quando la spesa supera di oltre il 100% la spesa media). Il rating - che si basa esclusivamente su dati contabili oggettivi scevri da qualsiasi valutazione discrezionale - assegna alla migliore performance la tripla ‘A’, mentre alla peggiore viene attribuita la lettera ‘C’. Milano, Firenze, Mantova, Cosenza e Macerata sono i capoluoghi di provincia meno ‘efficienti’ nelle spese postali dell’ente.

Tanto da meritare il rating C, il più basso. Milano ha speso per per la posta questa voce 24.827.494,94 euro, al secondo posto, con 12.677.577,91, viene Roma, Firenze 7.266.297,43, Cosenza 628.027,38, Macerata 505.494,70,Mantova 391.920,96. 3 "Le spese postali rappresentano un indicatore importante con riguardo al grado di dematerializzazione dell’ente, in quanto ormai tante comunicazioni che prima avvenivano per il tramite del servizio postale oggi si eseguono per via telematica. Da un punto di vista formale la posta elettronica certificata ha lo stesso valore legale della raccomandata", è il commento di Fondazione Gazzetta.

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