Paolo lo spazzacamino: "A Milano sono quasi da solo"

Addio al lavoro nel campo del design, quando scoppia la moda del pellet fonda l’azienda e si reinventa: "Contro la fuliggine ora la lotta è hi-tech"

Paolo Stucchi al lavoro su un camino

Paolo Stucchi al lavoro su un camino

Milano, 24 dicembre 2019 - Paolo Stucchi, titolare di Abaca, è uno dei pochissimi spazzacamini di Milano. Un lavoro un po’ âgé ritornato a essere d’attualità, grazie alla diffusione di camini e stufe alimentate da biomasse. Profondamente cambiato rispetto ai tempi di Mary Poppins. Non ci si ricopre di fuliggine e lo scopone è solo uno degli attrezzi del mestiere.

Stucchi, 45 anni, oltre a sapersi arrampicare sui tetti, è in grado di programmare i software degli impianti. Lui si è avvicinato a questo settore quindici anni fa. Prima faceva tutt’altro: "A 20 anni ero dipendente di un’azienda di design a Brera. Ma il mio sogno era essere il capo di me stesso". Paolo ha “naso”. Quando quindici anni fa esplode la mania delle stufe a pellet, si rende conto che sul fronte della manutenzione si sono aperte praterie: "Dopo il decreto ministeriale numero 37 del 2008 gli installatori degli impianti devono avere conseguito specifiche abilitazioni. Io stesso ho dovuto rimettermi a studiare per conseguire un attestato come caldaista. Ma lo studio ha dato i suoi frutti perché è boom di camini e stufe a pellet: "Per anni non ho avuto praticamente concorrenti. Mi chiamano soprattutto dalla provincia. A Milano città quella degli impianti a biomassa è una soluzione adottata solo da chi ha la fortuna di avere una casa indipendente. Su 3mila clienti del mio database quelli milanesi saranno solo una sessantina".

Come il padrone della villa d’epoca al quartiere Maggiolina di cui ha pulito il camino a pellet: "Il camino è come un corpo che dopo un po’ si riempie di tossine. Perché ritorni ad essere performante è necessario ripulirlo dalle scorie generate dalla combustione". Per la cura “detox“ Stucchi è dovuto andare sul tetto: "Il primo lavoro da fare è far scorrere una spazzola lungo la canna fumaria. Gli strumenti di nuova generazione sono flessibili. Quindi si raccolgono le ceneri con un aspiratore che si usa anche per pulire la camera di decantazione dell’impianto. E nella manutenzione si include l’attività di regolazione della combustione, con un software. Nel pieno della stagione termica la maggior parte degli interventi sono riparazioni. In media risolvo dai cinque ai sette casi al giorno. Spesso i guasti sono causati dalla mancata manutenzione. Il mio consiglio? Pulire la canna fumaria ogni due anni, come stabilisce la legge".  

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