"Spazi stretti, così non c’è futuro"

Iscritti dimezzati e corsi storici cancellati, l’appello della civica scuola d’arte Faruffini: rischiamo altri abbandoni

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di Laura Lana

Il prossimo anno la scuola Faruffini compirà 70 anni. La civica d’arte - che ha visto passare artisti nazionali come Giuliano Barbanti, storico direttore fino al 2017, Giovanni Fumagalli, Claudio Fociani, Giancarlo Curone - vive uno dei momenti più difficili dopo l’incendio di Villa Zorn che ha causato il pellegrinaggio degli studenti. "In pochi anni abbiamo cambiato tre sedi: da quella storica siamo passati alla scuola XXV Aprile e poi nel 2020, causa il Covid, siamo stati spostati nell’ex biblioteca dei Ragazzi. Doveva essere una soluzione temporanea, è diventata definitiva".

Ma gli spazi di piazza Oldrini non sono adeguati a ospitare lezioni e laboratori e sono troppo piccoli: se ancora nel 2017 gli allievi erano oltre 150, oggi sono 85 e "di fatto siamo a numero chiuso perché non ci starebbero fisicamente più persone - spiega Angela Russo -. L’aula di figura può ospitare solo 5 alunni con modella, quella di acquarello non più di 8. Al corso di ceramica, dove sono state inserite più persone, gli allievi sono esasperati perché l’aula non funziona: entrano in contatto fisico perenne". Ai tempi del trasloco alla XXV Aprile c’erano ancora 140 alunni. Iscritti dimezzati e corsi cancellati: incisione e storia dell’arte non sono mai partiti e il torchio è rimasto in villa.

"Manca il contatto tra le classi, la socialità che permetteva non solo di spaziare tra corsi diversi ma anche di assorbire tutto - raccontano Dianora Barzetti e Marisa D’Incà, veterane con 30 anni di frequenza -. Sono mancate le uscite per dipingere en plain air, le gite nei luoghi d’arte, le visite ai musei: ogni 15 giorni si andava a Palazzo Reale. Perché svilire così una scuola che ha formato artisti di caratura ed è riconosciuta oltre confine?". La storia della Faruffini richiama ancora oggi studenti. È il caso di Cristina Meroni, che arriva da Concorezzo. "Volevo fare un corso di ceramica e il passaparola mi ha portata qui. Sono stata in Villa Zorn solo 3 mesi, è stato un abbaglio e mi spiace non aver vissuto a pieno quella scuola".

Una scuola con una direzione forte, piena di progettualità, di eventi aperti alla città. "Si è ridimensionata una civica che è sempre stata un gioiello della città insieme alle altre - concludono gli studenti -. Una scuola così non ha sviluppo e visione per il futuro. Non si collega ai giovani, ha solo due corsi per ragazzi. E, se l’ambiente è poco stimolante, rischiamo di avere ulteriori abbandoni".

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