Milano, aggredisce passanti e poliziotti con un coltello: agente gli spara e lo uccide

L'episodio è avvenuto poco dopo la mezzanotte in via Sulmona, zona Corvetto

Polizia sul luogo della sparatoria in via Sulmona

Polizia sul luogo della sparatoria in via Sulmona

Milano, 23 febbraio 2021 - Un uomo di 45 anni è morto colpito da un proiettile in via Sulmona, zona Corvetto, a Milano. A sparargli è stato un agente contro cui l'uomo si era scagliato brandendo un coltello. Nell'episodio, confermato dall'Azienda regionale emergenza urgenza, sono rimasti feriti due agenti di 22 e 36 anni.

Secondo quanto riferito stamani dalla Polizia di Stato le Volanti di Milano sono intervenute alle 00.20 in via Sulmona, dove diversi cittadini avevano segnalato l'uomo in strada. Il 45enne, un filippino con precedenti per reati contro la persona e spaccio, brandiva un coltello e secondo le testimonianze avrebbe tentato di aggredire prima un rider e poi un uomo che usciva dal portone di un palazzo. Entrambi sono riusciti a fuggire. All'arrivo di una prima pattuglia l'uomo si è scagliato contro gli agenti, che hanno cercato di contenere la sua furia con i manganelli. Uno dei due indietreggiando è caduto sbattendo la testa ed è svenuto. In quel momento è sopraggiunta una seconda pattuglia del 113 e l'uomo si è scagliato anche contro gli altri due agenti. Uno dei due, dopo aver cercato di evitarlo, ha sparato alcuni colpi, forse due o tre, nella parte bassa della figura. Ma i colpi devono aver leso parti vitali e in pochi minuti l'uomo è deceduto. I soccorritori del 118 non hanno potuto che constatarne il decesso. Due poliziotti sono stati portati in codice giallo al Policlinico: l'agente che aveva sbattuto la testa e quello che ha sparato, in stato di choc.

Sui fatti sono in corso gli accertamenti da parte della squadra mobile che sta ricostruendo l'esatta dinamica dei fatti da sottoporre al magistrato che ha già disposto l'autopsia. al vaglio sia i testimoni che i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona. L'esatta dinamica non è stata ancora ricostruita, o almeno non è stata riferita, ma la sensazione è che anche la procura stia valutando il comportamento dell'agente come una reazione commisurata al pericolo imminente dell'uomo che si era scagliato contro di loro.

Il fatto ha riportato d'attualita' il dibattito sulla mancata dotazione del taser, sorta di pistola elettrica che trasmette una forte scossa, che immobilizza il soggetto ma senza conseguenze piu' gravi. A chiederne l'utilizzo sono stati il sindacato Fsp della Polizia, poi con forza il leader della Lega, Matteo Salvini: "Spero che adesso nessuno se la prenda coi poliziotti, che sono stati costretti a intervenire per evitare altra violenza - ha detto - una preghiera per il morto, con l'auspicio che le Forze dell'Ordine vengano dotate della pistola a impulsi elettrici che viene usata in molti Paesi in tutto il mondo (ma ancora non in Italia)".

Fsp Polizia: “L’arma usata per salvare la vita di un collega"

“E’ un giorno funesto per tutti perché una persona ha perso la vita, sia pur rappresentando un pericolo gravissimo per gli altri. E’ un giorno orribile quando un poliziotto è costretto a mettere mano all’arma per salvare la vita di un collega. E’ giorno buio perché, in un sistema in cui la violenza nelle strade è sempre più cieca e inarrestabile, tutti devono porsi la drammatica domanda se un banale taser avrebbe consentito di evitare il peggio”. Queste le parole di Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, dopo il grave episodio avvenuto a Milano. “Oggi – ha aggiunto Mazzetti – ci aspettiamo che si ragioni con serietà e senso di responsabilità su questi interrogativi. Sulla brutalità che attanaglia tante zone del territorio, sulle aggressioni sempre più feroci e frequenti agli operatori della sicurezza, sull’adeguatezza delle dotazioni in uso alle Forze di polizia, sulla concreta efficacia della risposta giudiziaria dell’intero sistema verso chi si scaglia in mille modi contro pubblici ufficiali che svolgono il proprio dovere. Oggi, non vorremmo davvero che si aprisse la solita criminalizzante ridda di analisi e commenti sulla dinamica di un episodio in cui un fatto è certo: vedere un malintenzionato pronto ad uccidere, che non si ferma nonostante tutti i tentativi di dissuaderlo messi in campo, e oltre tutto mentre un collega è svenuto e ormai in balìa della sua furia, non lascia molta scelta in quelle terribili e frenetiche frazioni di secondo. Non un altro giorno deve trascorrere, intanto, senza che si acceleri concretamente sulle procedure burocratiche necessarie a fornire agli operatori di polizia i taser, che sono strumenti finalizzati a salvare vite”.

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