Sos minori, 590 posti in meno per accoglierli

Venti organizzazioni rifiutano la convenzione con Palazzo Marino: "Tariffe insostenibili, inferiori del 20% rispetto agli altri Comuni"

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di Andrea Gianni

Le tariffe "non permettono di rispondere in maniera adeguata ai bisogni di minorenni e famiglie". Per questo 20 organizzazioni del sociale hanno scelto di non rinnovare o non sottoscrivere le convenzioni con il Comune per gestire le residenze per minori e per genitori-figli, e il territorio rischia di trovarsi con 590 posti in meno per l’accoglienza in un sistema che sconta già carenze e difficoltà. A denunciare la situazione è una lettera firmata da storiche realtà come Fondazione Archè, Cooperativa Arimo, Asilo Mariuccia, Casa dell’Accoglienza, Ceas, Centro Accoglienza Ambrosiano Sarepta, Centro Mamma Rita, Cooperativa Comin, Consorzio Solidarietà e Futuro (Centro Ambrosiano di Aiuto alla Vita e Pio istituto di Maternità), Cooperativa Diapason, Cooperativa Farsi Prossimo, Cooperativa il Portico, Cooperativa La Grande Casa. In campo anche associazioni come Cdo, Federsolidarietà, LegaCoop Sociali, Uneba, Cnca Lombardia, il Forum Terzo Settore di Milano.

Le tariffe proposte dal Comune nel nuovo “bando residenzialità minori“, infatti, non permettono di sostenere gli standard previsti dalle normative della Regione Lombardia per la gestione delle strutture. "Si tratta di tariffe inferiori di almeno il 20% rispetto a quelle degli altri Comuni della Città Metropolitana e delle altre province lombarde - denuncia Paolo Cattaneo, presidente del Cnca Lombardia –. In alcuni casi sono addirittura ribassate rispetto a quelle proposte nel bando del 2018, esponendo in questo modo i dipendenti ad una sempre crescente precarietà e a una fuga dalla professione". Un duro atto d’accusa nei confronti del Comune "che continua a proporre convenzionamenti a tariffe insostenibili", provocando quindi la fuga di 20 organizzazioni che gestiscono 147 strutture sul territorio per un totale di 590 posti per minorenni e famiglie in difficoltà. Tagli che si ripercuotono, così, sul servizio offerto in un periodo che vede aumentare i minorenni che vivono situazioni di disagio e in parallelo la chiusura di comunità per la mancanza di personale, spinto verso altri settori che offrono stipendi e tutele superiori.

Organizzazioni, cooperative e associazioni chiedono quindi al sindaco Giuseppe Sala di cambiare rotta e rivedere le tariffe del bando e gli investimenti sul sociale. Da Palazzo Marino arriva la replica dell’assessore comunale al Welfare e Salute Lamberto Bertolé. "Il Comune di Milano ha portato avanti in questi mesi una serie di incontri con il terzo settore e le realtà che si occupano di residenzialità sul nostro territorio – spiega – proprio per recepire le loro esigenze e provare a costruire un bando di convenzionamento che fosse il più adeguato possibile. Abbiamo, per esempio, proposto un aumento significativo della retta delle comunità educative per minori, che era il servizio più penalizzato, convogliando lì la maggior parte delle nuove risorse. Dal bilancio previsionale emerge un aumento di 10 milioni di euro nella spesa per finanziare gli interventi residenziali per minori e famiglie".

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