Sos medici di base, è emergenza

Mancano anche i sostituti, centinaia di persone a Rozzano e almeno mille a Pieve rimaste senza assistenza

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di Massimiliano Saggese

È sempre più caos medici di base. Code fuori dalle sedi della guardia medica dove vengono dirottati coloro che sono rimasti sprovvisti del servizio. A Pieve almeno mille persone senza medico costrette a rincorrere i sostituti dei sostituti. Un tempo la guarda medica era un servizio di “emergenza“ in sostituzione dei medici di base la sera dopo le 20 e nei giorni festivi. Oggi è diventata la scelta obbligata per molti cittadini del Sud Milano.

Ieri sera all’esterno della sede di Rozzano c’erano almeno una ventina di persone in attesa. Non va meglio a Pieve Emanuele, dove anche lì si è costretti a code per ottenere una prescrizione per un farmaco o delle semplici analisi del sangue.

"Io dopo mesi sono riuscito ad avere il sostituto del medico andato in pensione – spiega Antonio Bruno – ma non so per quanto resterà il mio medico".

Ma c’è chi ancora non ha un sostituto e allora per fare le analisi del sangue è costretto a farle a pagamento: "Non è possibile nemmeno telefonare al sostituto perché non risponde mai – spiega Lucia Pellegrino, arzilla anziana di 80 anni – non è una cosa bella in questo periodo e allora le faccio a pagamento".

Le storie di chi non sa più "a che medico votarsi" sono centinaia.

"Avevamo il dottor Canto che è andato in pensione, circa un anno fa, e due sostituiti, ora siamo ancora senza medico – racconta Francesca Giustiniani – con due genitori anziani sono costretta ad andare alla guardia medica che però non è operativa come il medico di base".

Per il consigliere regionale Gregorio Mammì "la situazione dei medici di base è un’emergenza dovuta a 20 anni di politiche sanitarie incentrate sull’ospedalizzazione. Invece di promuovere una rete di medicina generale si è cercato di banalizzare il ruolo del medico di famiglia. La medicina territoriale deve tornare ad essere centrale nella programmazione sanitaria, ma nell’immediato si deve superare questa terribile emergenza che vede migliaia di cittadini abbandonati a loro stessi".

"Il tema è molto delicato e ne va del benessere anche psicologico dei cittadini. Personalmente dedicavo quasi tutta la giornata lavorativa da assessora alle politiche sociali a gestire le necessità dei cittadini e a fare da ponte fra le loro necessità e le istituzioni – spiega Paola Battaglia –. Non ho visto all’opera la mia sostituta sul tema e questa la reputo una grave mancanza. La situazione non è colpa del Comune, ma ogni anello della catena deve dare il massimo che è in suo potere per risolverla"

Intanto il sindaco di Pieve, Paolo Festa annuncia che oggi parte una raccolta di firme da consegnare alla Regione, "che purtroppo continua a latitare".

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