Sorelle bruciate nel rogo della casa: Agrati fa ricorso contro la sentenza d’ergastolo

L’uomo si è sempre dichiarato innocente rispetto all’accusa di aver appiccato l’incendio nell’appartamento di via Roma per questioni di eredità e soldi

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Si è sempre dichiarato innocente, anche quando è stato condannato all’ergastolo per la morte delle due sorelle. Giuseppe Agrati adesso fa ricorso contro la sentenza di primo grado che lo scorso dicembre poco prima di Natale, lo ha condannato all’ergastolo con un isolamento di 9 mesi. La colpa? Quella di aver appiccato dolosamente l’incendio nella casa di via Roma la notte del 13 aprile 2015 per questioni di eredità e soldi. A spingere sul ricorso l’avvocato Giuseppe Lauria, che segue da vicino il caso Agrati insieme alla collega Desiree Pagani. Il cavillo legale presentato dagli avvocati dell’uomo potrebbe essere il grimaldello per scardinare la tesi accusatoria che ha portato alla condanna, ovvero la perizia sull’incendio disposta dalla Procura che parlava di inneschi dolosi dentro l’abitazione.

Una sorta di percorso su base scientifica in netto contrasto con i periti di parte. Gli avvocati lamentano di non essere stati messi nelle condizioni di poter ricostruire il percorso scientifico presentato. Su questa ipotesi poi vengono contestate anche le ricostruzioni su orari dell’incendio e soprattutto sul movente economico della giuria, con la difesa che indica nell’Agrati una persona già ricca di suo senza la necessità di uccidere le sorelle per questioni di soldi. A questo si aggiunga anche la delicata condizione psicologica dell’ergastolano, il quale viene indicato dai suoi stessi legali come un mitomane, con la tendenza a voli di fantasia nei racconti sulla sua persona, tale da metterlo poi in difficoltà in sede di interrogatorio. Ch.S.

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