Sono le periferie la vera leva dell’impero

Maria Rita

Parsi*

Sono le periferie il vero cuore di ogni impero. E mentre aspetto che si elegga il tredicesimo Presidente della Repubblica penso e porto sempre nel cuore le borgate. Perché è in borgata che sono cresciuta culturalmente, socialmente e politicamente anche se abitavo al centro. Fu un’esperienza, a 25 anni, di ricerca, di analisi e riflessione che, alla lunga, si è rivelata importante, coinvolgente, esaltante. Infatti, come insegnante e, al contempo, come operatrice culturale del “Collettivo G - Gramsci”, una cooperativa (una delle prime!) di servizi e produzione culturale, da me fondata nel 1975, andai a lavorare proprio in periferia: a San Basilio e a Centocelle. Quella periferia aveva ed ha il sapore, l’odore, le speranze dei miei 20 anni. Quella periferia era ed è ancora un libero territorio di sperimentazione. Laddove far esistere la progettualità culturale significava verificare l’ipotesi gramsciana dell’intellettuale organico. Colui che media tra chi possiede e detiene gli strumenti atti a fare cultura, arte, comunicazione, economia, imprenditoria, sanità, politica e chi ne è privo e non riesce e non può esprimersi. Quella periferia era ed è un laboratorio. Un esercizio ed un esempio per chi governa o deve imparare a governare. E, per dirla con la frase dello scrittore e drammaturgo Franco Cuomo: "Noi eravamo e siamo bellissimi!". Poiché, allora, "l’ immaginazione era al potere e il “Che” lo portavamo nel cuore, nei pensieri, nell’impegno. Non sulle magliette! Ma, se è vero che non rimpiango il passato , è pur vero, però, che rimpiango quegli anni. Infatti, a quasi cinquantanni di distanza, sono “ancora” le proposte, i progetti, i programmi di allora, a costituire il meglio di quel che si può e si dovrebbe realizzare. Sia per rifondare le due agenzie educative, famiglia e scuola; sia per creare una stabile rete di punti di riferimento educativi, culturali , sanitari, assistenziali, lavorativi, sociali, quali luoghi- laboratori territoriali di crescita, di confronto, di produzione creativa. Sento, che il “presente ha un cuore antico”. Sento di venire da lontano e di voler andare lontano. E, profondamente, io credo, con Michel Quosit, che "ci si salva in metropolitana". Questo rappresentano le periferie. E spero che sia così anche per il nuovo Presidente della Repubblica.

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