Soldi in Svizzera, archiviazione per Fontana

Attilio Fontana

Attilio Fontana

Va in archivio l’indagine sui denari svizzeri del presidente lombardo Attilio Fontana. Ieri il gip Natalia Imarisio ha accolto la richiesta in tal senso avanzata dalla Procura, dopo che Berna aveva risposto picche alla rogatoria dei pm che avrebbero voluto dare uno sguardo alla documentazione bancaria del numero uno di Palazzo Lombardia.

Fontana era indagato per autoriciclaggio e falso dopo aver utilizzato nel 2015 lo “scudo fiscale“ per riportare alla luce 5,3 milioni di euro depositati su un conto a Lugano, in particolare 2,5 milioni che gli inquirenti ritenevano frutto di possibile evasione fiscale. Difeso dai legali Jacopo Pensa e Federico Papa, il presidente ha sempre ribadito che la somma regolarizzata 7 anni fa era il lascito ereditario della madre. "Il provvedimento di archiviazione è stato in linea con le evidenze processuali, il presidente Fontana, insieme ai suoi difensori, è oltremodo soddisfatto, poiché finalmente si è dato atto della produzione documentale fornita dalla difesa, che ha dimostrato l’insussistenza dei fatti contestati, a prescindere da una rogatoria ormai inutile. Non sussisteva alcuna ipotesi di reato a carico del governatore". La difesa depositò anche documenti a partire dal ‘97 relativi ai conti svizzeri, sostenendo che non c’era stato alcun versamento in contanti ma che si trattava di denaro investito in titoli, fondi e altro, riconducibili alla madre. Scrive il gip Imarisio che "i concreti esiti investigativi" con "gli apporti citati dalla difesa", portano "maggiormente" a concludere per la "esclusione" della "riconducibilità" delle "violazioni in esame" . E perciò concorda nella richiesta di archiviazione e "ritiene non acquisite e non acquisibili per quanto già esposto", ossia la mancata risposta alla rogatoria dei pm, "risultanze sufficienti ad ipotizzare con ragionevole prognosi di condanna la riconducibilità delle violazioni in esame (anche solo in parte) ad Attilio Fontana".

Intanto è fissata al 18 marzo davanti al gup Chiara Valori l’udienza preliminare a carico di Fontana e altri quattro, tutti accusate di frode in pubbliche forniture, per l’affidamento da parte di Aria spa, centrale acquisti della Regione, di una fornitura, poi trasformata in donazione, da circa mezzo milione di euro di 75 mila camici e altri dpi a Dama, società del cognato del presidente lombardo, Andrea Dini.

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