Social, scuole e uffici pubblici: nuove regole

Ruben

Razzante*

Per disciplinare la pubblicazione di informazioni in Rete sono certamente importanti

le leggi, ma sono altresì indispensabili i codici deontologici. Ogni categoria è chiamata ad autodisciplinarsi, cioè a darsi dei principi per quanto riguarda l’utilizzo del web e dei social. Da una parte, infatti, c’è la libertà d’espressione, dall’altra ci sono i doveri nei confronti delle istituzioni e delle persone, in primis quello di non offenderle. Ecco perché c’è fermento in vari ambienti, soprattutto dopo il Covid, che ha incrementato fortemente il traffico di notizie e commenti in Rete, moltiplicando i rischi di lesione dei diritti. Per dare attuazione al Pnrr, anche le pubbliche amministrazioni dovranno innovare procedure e regole. Il Governo ha dato il via libera all’aggiornamento del codice di comportamento dei dipendenti pubblici, che dovrà prevedere una sezione dedicata all’utilizzo dei social network. Gli impiegati e i dirigenti delle pubbliche amministrazioni, anche sui propri profili privati o nelle chat di gruppo, dovranno postare contenuti corretti, evitando accuse e offese nei riguardi dei colleghi e preservando l’immagine dell’ente, altrimenti rischieranno procedimenti disciplinari. Norme ancora più severe sono in arrivo in ambito scolastico. Alcune associazioni di presidi stanno revisionando il codice deontologico di dieci anni fa, con l’obiettivo di regolamentare l’utilizzo delle app di messaggistica nelle comunicazioni scuola-famiglia. I docenti dovranno evitare di divulgare contenuti offensivi. Tutte le componenti della comunità scolastica dovranno essere sensibilizzate sull’esigenza di usare correttamente i social network e le chat tra alunni e professori, evitando di scavalcare i canali ufficiali della scuola nelle comunicazioni di natura didattica, tranne che per messaggi urgenti sulla cancellazione di una gita o sulla sospensione di qualche attività programmata.

* Docente

Diritto dell’informazione Università Cattolica Milano

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